Girelli: “La gestione dell'acqua rimanga ai Comuni”
Presentata l’iniziativa del Pd per abrogare il comma che emargina i sindaci e il progetto di legge regionale che tutela la gestione pubblica.

Un progetto di legge al Parlamento che chiede di abrogare il comma della legge Finanziaria 2010 che sopprime le Aato (Autorità d'ambito territoriale ottimale), e toglie quindi ai sindaci la titolarità della gestione dell’acqua. E un progetto di legge regionale che mette al centro i Comuni, affinché l’acqua rimanga davvero pubblica. Sono le due mosse che il Gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale sta facendo per evitare che la gestione del servizio idrico integrato passi esclusivamente in mano ai privati con tutto ciò che ne consegue per il bene pubblico.

Le iniziative sono state presentate giovedì 4 novembre durante una conferenza stampa. Il consigliere regionale GianAntonio Girelli, componente della VIII Commissione Risorse idriche che si occupa dell’argomento, spiega in proposito: “L’acqua è un bene pubblico da tutelare e gestire con logiche pubbliche. Ma questo ci viene garantito solo se a gestire il servizio saranno i Comuni, di cui va riaffermato il protagonismo decisionale per ridare centralità alle comunità locali nel tutelare e preservare un bene che incide sull’alimentazione, l’igiene e la salute dei propri cittadini”.

Fatta salva la logica dei due progetti di legge (già presentato quello al Parlamento che dovrà passare in Commissione, Consiglio regionale e poi approdare a Roma; in definizione il progetto di legge regionale che contemporaneamente andrà al confronto assieme a quello della maggioranza), Girelli ha illustrato i punti chiave della proposta del Pd: “Come primo punto, la titolarità del servizio idrico integrato spetta al Comune. Secondo aspetto, l’azienda speciale, costituita dalle Province in ciascun Ato (Ambito territoriale ottimale) e denominata Ufficio d’ambito, prevede un consiglio di amministrazione in cui i sindaci, oltre a essere maggioritari, scelgono autonomamente i propri rappresentanti, mentre i Comuni, convocati in Conferenza di servizi dalle rispettive Province, adottano i provvedimenti principali: scelgono la forma di gestione del servizio idrico integrato e le modalità di scelta del gestore del servizio, approvano il Piano d’ambito (che comprende la programmazione degli investimenti) e determinano la tariffa di base. Terzo punto – continua Girelli –, è necessario salvaguardare gli affidamenti già in essere che cessano alla naturale scadenza del contratto. Infine, vogliamo tutelare il principio dell’unitarietà della gestione, relativamente all’affidamento del servizio idrico integrato, che prevede la possibilità di più gestori coordinati da un gestore responsabile”.

Sul piano più strettamente politico, il Pd accusa “il Governo centrale di antifederalismo, perché ha calato dall’alto la decisione di sopprimere le Aato, che in Lombardia rappresentavano un’esperienza importante e soprattutto funzionavano. Ma anche il Governo regionale si è comportato da antifederalista perché nella sua proposta toglie forza ai Comuni, concentrando il potere nelle mani delle Province. Tant’è che grosse perplessità sono state sollevate prima di tutto dall’Anci”.

Girelli illustra infine le ragioni che sono alla base della presentazione del progetto di legge al Parlamento: “Quella del servizio idrico è una materia su cui si è legiferato in abbondanza e questo sta provocando uno stallo. Ci sono Regioni che hanno già impugnato la norma ed esistono altre iniziative di contrasto a questa legge. Perché di fatto, da domani, inibirà gli affidamenti cosiddetti ‘in house’, che sono la vera forma di gestione pubblica del servizio. Serve una revisione politica della normativa, ma per ovviare all’ennesima legiferazione, noi chiediamo semplicemente di annullare quel comma, quel passaggio che sta creando tanta confusione e tanti problemi”.

Fonte Comunicato stampa