Salgono i toni della polemica con gli agricoltori
Ancora un attacco e ancora risposte alzano i toni. Si tratta della «guerra dell’acqua del lago d’Idro», quella che i rivieraschi vorrebbero combattere insieme agli agricoltori, mentre dalla Bassa bresciana e mantovana partono continui attacchi.

Ancora un attacco e ancora risposte che di volta in volta alzano i toni. Si tratta della «guerra dell’acqua del lago d’Idro», quella che i rivieraschi vorrebbero combattere insieme agli agricoltori, mentre dalla Bassa bresciana e mantovana partono continui attacchi.

E mentre gli agricoltori minacciano azioni forti, il prossimo 27 aprile, data della Conferenza di servizi durante la quale si discuterà di un eventuale sbarramento fisso al canale Enel, i rivieraschi si sono già organizzati: il Coordinamento delle pro loco ha annunciato ufficialmente la ripresa dell’azione di presidio che questa volta si terrà nelle vicinanze del canale Enel per «chiedere tassativamente la realizzazione dell’opera», ovvero uno sbarramento fisso al canale a quota 368 metri sul livello del mare.

L’ultimo «attacco» arriva dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha dichiarato «Per l’acqua del lago d’Idro la nostra mobilitazione sarà di nuovo totale... È tutto pronto abbiamo già riacceso i motori dei nostri trattori...».

A fronte di queste affermazioni rimangono sempre più stupiti i rivieraschi che non si spiegano tanta rabbia contro una comunità e un ecosistema che non può più sopportare i soprusi degli ultimi 90 anni.

«Dalle dichiarazioni del presidente della Coldiretti - commentano dal Comitato difesa lago d’Idro e fiume Chiese – scopriamo che invece di 17.863 come sempre dichiarato, gli ettari irrigati con l’acqua dell’Eridio sono 60.000, dobbiamo aspettarci altre sorprese? Si decidano a confessare quanti ettari irrigano realmente. E se dopo gli appelli al dialogo, che abbiamo sempre fatto, queste sono le risposte, salgano pure con i trattori, li rimanderemo a casa in corriera».

I toni diventano sempre più aspri: l’attacco di Prandini al sindaco di Idro per aver firmato l’ordinanza che impedisce temporaneamente all’Enel la riapertura del canale scandalizza tutti sul lago d’Idro. «Se i livelli del lago sono buoni e quest’estate gli agricoltori potranno avere l’acqua per irrigare i loro campi – commenta Flavia Gasparini, operatrice turistica di Idro - lo devono solo alla nostra mobilitazione dei mesi scorsi, ci spiace che non abbiano capito questo».

Arrabbiati sono anche gli amministratori. «Siamo allibiti di fronte alle dichiarazioni di Prandini - commenta il vice sindaco di Bagolino Enzo Melzani – proprio loro parlano di soprusi e si espongono per l’Enel che fino ad ora non ha ancora fatto sapere quale posizione intende prendere. Se cercare di difendere il proprio territorio e l’ambiente può essere definito un abuso di potere, noi siamo fieri di commetterlo. Forse qualcuno - accusa Melzani - non ha ancora le idee chiare, ma il lago non ha tempo da perdere a inseguire ogni affermazione strumentalizzata, ora a noi interessano le risposte».

Il prossimo appuntamento è dunque per il 27 aprile a Idro dove i rivieraschi manifesteranno la loro determinazione a risolvere definitivamente la questione e da dove prenderà vita il nuovo presidio perché «lo Stato decida di tutelare per sempre il lago d’Idro».

Intanto la siccità sta mettendo a dura prova il fiume Po che a Pontelagoscuro è sceso di 80 centimetri in una sola settimana mentre il lago di Garda a Peschiera è di cinquanta centimetri al di sotto della media storica degli ultimi 50 anni.

Secondo un monitoraggio della Coldiretti sulla situazione idrica di laghi e fiumi il livello del Po a Pontelagoscuro dal 15 aprile ad oggi è sceso di 80 centimetri e ha fatto segnare ieri mattina un livello idrometrico pari a -6,53 metri, mentre a Ponte della Becca nello stesso arco di tempo di 10 centimetri ed è a -3,11 metri.

Sotto osservazione anche la situazione dei laghi e fiumi con Sebino che a Sarnico è sulla media storica degli ultimi cinquant’anni e quello di Como a Malgrate che la supera di 30 centimetri, mentre è al di sotto di 70 centimetri il lago Maggiore a Sesto Calende e di 50 centimetri il Lago di Garda a Peschiera.

Dall’acqua del bacino idrico del Po - sottolinea Coldiretti - dipende un terzo del valore del made in Italy agroalimentare, la disponibilità idrica del bacino del primo fiume italiano è indispensabile per la sopravvivenza di interi settori come quello dello zucchero e del riso per il quale l’Italia detiene la leadership europea e che si concentra quasi totalmente in queste aree, ma anche per quasi la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva.

La disponibilità di acqua per l’irrigazione - conclude la Coldiretti - è indispensabile per il granoturco destinato all’alimentazione di oltre 4,1 milioni di mucche che producono il latte per i più importanti formaggi italiani come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Provolone e anche per gli oltre 5,2 milioni di maiali dai quali si ottengono la gran parte dei prosciutti di Parma e San Daniele. Coldiretti ribadisce il suo impegno «per promuovere in agricoltura l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idroesigenti».

Di Mila Rovatti
Da Bresciaoggi
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