Punto nascita d'eccellenza
di Ubaldo Vallini

L'ospedale di Gavardo si candida a tornare ad essere un punto nascita d'eccellenza. Fra le novitŕ il nuovo reparto di patologia neonatale.

 
Prima il Pronto soccorso pediatrico “24h”, poi l’apertura del reparto di patologia neonatale e l’aumento di personale, dal prossimo mese di gennaio sarà possibile a tutte le ore anche il parto senza dolore.
Novità che secondo “the director” Lucio Dalfini “porteranno il La Memoria di Gavardo ad essere un punto nascita d’eccellenza, prima ancora di trasferire il reparto nella nuova ala, dove avremo a disposizione anche uno spazio da dedicare all’osservazione pediatrica”.
Poi aggiunge: “Abbiamo investito molto in attrezzature e ancora ci toccherà di farlo, ma il merito della svolta è soprattutto da attribuire alla presenza della dottoressa Donatella Catterelli: con la sua grande professionalità, la capacità di organizzare il reparto e di coinvolgere il personale ha permesso a tutti noi di ingranare la marcia giusta”.
 
Lei, con quegli occhi chiari, lo fulmina e persino arrossisce un po’. Ma è un attimo.
L’impressione è che subito prevalga la consapevolezza che sta facendo davvero le cose per bene.
E che la decisione assunta un anno e mezzo fa di abbandonare la Terapia intensiva del Civile di Brescia per approdare a Gavardo sia stata ben meditata.
 
Al La Memoria nascono quasi ottocento bambini l’anno, anche se bisogna dire che il loro numero è in calo ora che famiglie intere di extracomunitari se ne stanno andando, prime fra tutte a subire la contrazione di posti di lavoro.
La presenza h24 del pediatra in reparto e quindi del Pronto soccorso pediatrico a tutte le ore, ha aumentato sensibilmente il via vai di piccoli pazienti: “Se andiamo avanti così arriveremo a 5 mila ricoveri l’anno, con 14 posti letto” precisa Dalfini.
 
Questi i numeri, ma la presenza del pediatra offre anche la possibilità di assistere meglio ed in ogni caso i neonati prematuri, soprattutto da quando all’interno del reparto di ostetricia sono stati ricavati alcuni locali dedicati alla patologia neonatale.
La dottoressa Cattarelli prima ci mostra orgogliosa un reparto pediatrico da poco abbellito, dotato di sala giochi e biblioteca dedicata allo scomparso primario dottor Sergio Raponi, con tanto di collegamento internet per la formazione a distanza dei piccoli ospiti impossibilitati a frequentare la scuola.
 
Poi ci accompagna negli spazi della patologia neonatale e ci mostra come se fossero suoi figli le incubatrici debitamente attrezzate a gestire neonati da un chilo e trecento grammi.
Ci indica gli aspiratori, il ventilatore polmonare, i monitor, l’ecografo che le hanno donato, la termoculla da trasporto e quella da “isolamento” che le permette di “stabilizzare” anche superprematuri da sette etti prima di avviarli a reparti più strutturati come la Rianimazione pediatrica del Civile, in modo che questi bimbi abbiano la stessa chance di farcela di tutti gli altri.
 
“Meglio il trasporto in utero, ma se proprio non si può...” ci dice Dalfini, con quel gergo tecnico che sappiamo necessario ma disturba un po’, soprattutto quando si parla di mamme e di neonati.
Parti insomma decisamente più sicuri quelli possibili a Gavardo, e dal prossimo gennaio anche indolori, grazie all’aumento del numero di anestesisti.
 
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