Lunga vita ai VVFF vestonesi
Da un paio d'anni il numero dei volontari è tornato a salire, dopo un periodo di difficoltà che aveva portato il sodalizio al minimo storico di sei unità.

 
Il distaccamento dei Vigili del Fuoco volontari di Vestone, molto attivo e con un raggio d'azione di ben 17 Comuni da Sabbio Chiese in su, esiste da molti anni; ma dal 2000 era iniziata una crisi evidente, con 6 soli vigili a frequentare il distaccamento e con la difficoltà concreta a garantire ogni giorno la squadra attiva.
«Ma da un paio d'anni - spiega Renè Verdelli, capo-distaccamento dal 2004 e vigile volontario dal '90 - siamo riusciti ad invertire la tendenza e oggi siamo in 15, più altri 3 «aspiranti», in attesa del corso abilitante. E visto che il nostro obiettivo ottimale è quello di un Distaccamento da 20 unità, direi siamo vicini».
 
Ogni venerdì sera i volontari, che arrivano da Vestone, da Casto, da Roè, dalla Conca d'Oro e dalle Pertiche, da Idro e da Sabbio e Provaglio, si ritrovano nella sede di via Rinaldini per confrontarsi e per «fare gruppo».
«Ora si sta concretizzando la sistemazione definitiva della sede - ricorda Verdelli - e al piano superiore si realizzeranno un refettorio e una camerata».
Sono necessari perché molti dei volontari, dai 25 ai 50 anni circa, non sono vestonesi. «Così potranno mangiare e dormire in sede, subito pronti alla chiamata».
 
Come è avvenuta la rinascita?
«Prima di tutto dalla volontà di resistere, visto che siamo stati ad un passo dallo scioglimento. E poi da varie forme di appello: dai giornali al passaparola, dai volantini al magico Facebook, dove continuiamo ad insistere. Così è rinato un gruppo affiatato, autonomo e con compiti definiti, con Carlo Levrangi nelle vesti di vicecapo distaccamento».
 
Gli interventi-anno sono un centinaio, con in campo un Aps Fiat 160 con autobotte da 5.000 litri d'acqua, un Pick-up 4 ruote motrici attrezzato con modulo da 1.500 litri e con la pompa a immersione, e un Mercedes Polisoccorso attrezzato per incidenti stradali.
«Un grazie particolare lo dobbiamo alla disponibilità dei datori di lavoro, in particolare il Gruppo Fondital e altre aziende».
 
MA.PAS. da bresciaoggi
 
 
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