La Coldiretti è pronta alla mobilitazione
Sulla vicenda del lago d'Idro, non usa mezzi termini il presidente della Coldiretti Brescia, Ettore Prandini, e nelle sue parole si legge l’esasperazione dei tanti agricoltori bresciani.

«Per l’acqua irrigua del lago d’Idro la nostra mobilitazione sarà di nuovo totale. Decideremo noi dove, quando e come agire. Abbiamo già dimostrato ciò che siamo in grado di fare in occasione della recente trattativa per il rinnovo del prezzo del latte alla stalla, e con il blitz effettuato allo stabilimento Sterilgarda. È tutto pronto: abbiamo già riacceso i motori dei nostri trattori».

Non usa mezzi termini il presidente della Coldiretti Brescia, Ettore Prandini: e nelle sue parole si legge l’esasperazione dei tanti agricoltori bresciani che, ancora una volta, si stanno preparando a un’estate di passione.

L’emergenza acqua - complice anche un inverno decisamente scarso in fatto di precipitazioni - è già scattata: forse il termine emergenza, ormai, non è più nemmeno corretto, perché in realtà ciò a cui il comparto deve far fronte è ormai una crisi strutturale.

Una situazione aggravata, quest’anno, da condizioni meteorologiche mai così anomale che, oltre ad aver praticamente azzerato l’inverno ancor prima che iniziasse, stanno portando una siccità senza precedenti. La scarsità di precipitazioni che ha caratterizzato gli ultimi mesi e perdura anche in questi giorni si sta facendo sentire: a questo si aggiunge la «beffa» di una vicenda, quella del lago d’Idro, che si trascina ormai da troppo tempo.

«Si sta commettendo un plateale abuso di potere a danno degli agricoltori - sottolinea indignato il presidente Prandini -. E questo con ordinanze e ingiunzioni in sfregio a competenze di merito e di territorio. Se non interverranno con urgenza il Prefetto e la Regione Lombardia, la problematica diventerà a breve di ordine pubblico».

Nei giorni scorsi, Coldiretti Brescia ha inviato una nota ufficiale al Prefetto di Brescia, agli assessori regionali, Beccalossi e Buscemi, all’assessore provinciale, Grazioli, per richiamare l’attenzione sull’assoluta drammaticità della situazione che si sta creando. Un quadro che - sottolinea la Coldiretti - sta esasperando gli animi di migliaia di agricoltori della pianura bresciana e mantovana, che irrigano con l’acqua del fiume Chiese oltre 60.000 ettari di terreno e si trovano già ora senza acqua.

«Tutto questo per via di ordinanze fantasiose di cui i responsabili politici e tecnici dovranno rispondere direttamente - sottolinea l’organizzazione agricola bresciana -. E sotto questo punto di vista la risposta di Coldiretti Brescia non si farà attendere. Abbiamo già conferito incarico ai nostri uffici legali - sottolinea il direttore dell’organizzazione di via San Zeno, Floriano Luciano - affinché si proceda immediatamente con la denuncia formale nelle sedi competenti in ordine a tali comportamenti e abusi».

Anche perchè, «i danni che si prospettano sono davvero ingenti - conclude il leader della coldiretti di Brescia, Ettore Prandini -. Per questo auguriamo ai firmatari delle ordinanze, agli ispiratori politici delle stesse, di aver fatto tutte le preventive verifiche legali sulla portata delle loro azioni, perché qualora si dimostrasse, come sosteniamo, che i comportamenti adottati prevaricano le rispettive competenze, presenteremo il conto definitivo del reale danno procurato all’agricoltura».

Da Bresciaoggi
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