Il riciclo finanzia i restauri in chiesa
A Mura la raccolta differenziata consente di raggiungere un doppio risultato: il recupero di «materie seconde» rimpiegabili e il restauro di un pezzo della storia locale, l’organo della chiesa parrocchiale della Pieve muto da decenni.

A Mura la raccolta differenziata consente di raggiungere un doppio risultato: il recupero di «materie seconde» rimpiegabili e, per di più, il restauro di un pezzo della storia locale; ovvero l’organo della chiesa parrocchiale della Pieve muto da decenni.

Il tutto grazie agli alpini del paese, che da anni «onorano» una convenzione con Valgas e Comune proprio per la gestione della raccolta differenziata dei rifiuti. «Quanto raccogliamo - spiegano le penne nere - ci fa ricevere da Valgas una somma che viene poi destinata ogni anno a iniziative benefiche».

Gli alpini fanno un paio di volte l’anno il giro del paese per la raccolta. «Ma nel frattempo, in alcune zone del paese sono state create aree e sistemati cassonetti ad hoc: in località "copasì" vanno depositati rottami di ferro, lavatrici, frigoriferi, televisori e altro materiale elettronico; nel cassone a fianco del garage dello scuolabus carta e cartoni; vetro, carta, plastica e verde di risulta possono finire nei cassonetti sparsi per le vie del paese, e infine, al cimitero è possibile riciclare sfalci e meteriale decomponibile».

Da quest’anno, dicevamo, il denaro che gli alpini raccoglieranno sarà destinato al restauro dell’organo della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Con la speranza che l’atteggiamento dei murensi in questo campo possa migliorare.

Ecco infatti alcune considerazioni in merito del capogruppo Emanuele Ravani, del sindaco Umberto Corsini e del parroco don Bruno Marchesi.

«La cifra che gli alpini raccolgono ogni anno potrebbe essere incrementata se ci fossero più diligenza e collaborazione da parte dei murensi. Spesso, infatti, ci accorgiamo che la raccolta differenziata viene fatta in modo sbagliato, il che causa ai cittadini un duplice danno: da un lato un quantitativo ridotto di materiale che diminuisce la possibilità di fare beneficenza, dall’altro una maggior quantità di rifiuti, causa di un costo maggiore per il Comune e, di conseguenza, per il cittadino».

Massimo Pasinetti
da Bresciaoggi
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