Pensionati Cisl: conoscere per agire
La scorsa settimana a Gavardo un convegno della Fnp Cisl su contrattazione sociale e i Piani di zona per rispondere alle esigenze del territorio.

La contrattazione sociale, tema che sta a cuore alla Fnp, non può avere futuro se chi rappresenta il sindacato non conosce bene le esigenze delle persone che vivono nel suo ambito territoriale e non ha le competenze per essere un interlocutore credibile. Su questo punto è stato molto chiaro il convegno di studio che l’altra mattina ha riunito una sessantina di delegati dei pensionati Cisl nell’auditorium Zane di Gavardo. Forti di quanto emerso dalle relazioni del docente universitario Aldo Carera sul ruolo della Cisl nella costruzione dello Stato sociale, e del sociologo Gabriele Ringhini sui Piani di Zona per l’assistenza sociale, lo hanno ribadito sia Piero Mora che ha coordinato i lavori, sia il segretario provinciale della Fnp Alfonso Rossini che li ha aperti e li ha chiusi, sottolineando inoltre l’impegno del sindacato ad interpretare i bisogni che emergono dalla società, sforzandosi di operare in modo unitario con le altre sigle sindacali dei pensionati.

Nella lettura della storia della Cisl offerta da Aldo Carera si prospetta l’esigenza di un recupero degli «obiettivi generali» del sindacato quali si erano individuati alle sue origini. L’attenzione ai valori della persona e della famiglia, la capacità di cogliere le esigenze del territorio, la contrattazione autonoma, la partecipazione diffusa, con l’intento di contribuire al benessere di tutti: così si è costruito il nostro welfare. Ora, ammette il docente universitario, le cose sono più complicate, ma il sindacato può continuare a dimostrare nei fatti che è utile alle persone, che tutela i diritti, che sa essere «comunità».

Sui Piani di Zona per l’assistenza sociale, Gabriele Ringhini è stato chiaro. Dovevano servire per programmare gli interventi sul territorio, sono invece strumenti burocratici. Rappresentanza sociale (terzo settore e volontariato) e sindacati sono esclusi dalla elaborazione dei Piani, d’altra parte - secondo Ringhini - bisogna avere le conoscenze e le competenze per dimostrare che si è legittimati a contribuire alle scelte. Quanto alla capacità di cogliere le emergenze, il sociologo osserva che ora sono i giovani senza lavoro e in difficoltà a formare una famiglia ad avere più bisogno perché le condizioni sociali non solo non progrediscono ma sembrano regredire. Cosa fare? Occorrono progettualità e proposte per trovare soluzioni.

Dal Giornale di Brescia

100921FnpCisl.gif