Sublimazioni
di Itu

«E’ imbarazzante trovarsi di fronte alla sublimazione perché smaschera la creatività e le dà un impulso che accomuna i cuori.»


Sublime è un termine che non trova confronto, si definisce automaticamente e gioca la carta dei sensi portati verso la spiritualità: penso a quando ci si riferisce alla consistenza di una crema, ad un accordo vibrante in musica, alla scia di un colore che attraversa una tela, ad un passo di danza che trasfigura il corpo.
E’ imbarazzante trovarsi di fronte alla sublimazione perché smaschera la creatività e le dà un impulso che accomuna i cuori.
Così succede che sublimare i nostri più bassi istinti costa il viaggio nella coscienza, nello studio, nella ricerca ed anche nel confronto con il prossimo.
 
Costa fatica. Chi è diventato medico ad un certo momento del suo percorso sa che deve attraversare la voglia di sbranare la carne che si trova davanti, chi il meccanico probabilmente ha distrutto nella sua infanzia chissà quante automobiline, chi insegnante la voglia di superare e mortificare i suoi vecchi insegnanti.
Anni di studio non sempre lavano questa colpa, allora si riconosce chi per sciatteria porta avanti la professione diventandone burattino.
 
Ma i più sono quelli che ogni giorno si alzano per dare al meglio la propria presenza.
Sono quelli che conoscono lo sporco dell’arroganza, che cercano leggerezza e si danno tempo per capire, che si sono impegnati nello studio non per arrivare a mete particolari, ma per dare senso comune ai progetti di vita.
 
Finchè non autorizziamo le nostre parti adulte alla sublimazione sarà difficile il confronto con altre culture, con altre ottiche e prospettive rispetto ai toni attuali usati. 
Intendo soprattutto i partiti che trattengono gli schemi di personalità piccole, che si definiscono infantili nell’esprimere la rabbia egocentrica di chi non ha il panorama dato dalle conoscenze e dall’umiltà nel chiarirle.


 
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