Ora i nodi vengono al pettine
di Ubaldo Vallini

Da una parte l'ordinanza del sindaco di Idro che blocca la riapertura del canale Enel, dall'altra gli agricoltori che vogliono far funzionare la regola. Per i problemi del lago d'Idro e per chi se ne occupa č l'ora della veritŕ.

Sarà la recentissima ordinanza emanata dal sindaco di Idro Augusta Salvaterra il tassello buono per completare quel complicatissimo puzzle che è la soluzione ai secolari problemi dell’Eridio? I rivieraschi lo sperano, anche perchè è la prima volta che si ritrovano tutti uniti e con le stesse modalità di approccio nell’intento di conquistare il minimo vitale del loro lago.
Non hanno però intenzione di attendere in silenzio il manifestarsi degli eventi le 7 mila aziende agricole e gli autoproduttori di energia elettrica che da Prevalle in giù e per una trentina di Comuni bresciani costituiscono il bacino d’utenza del Consorzio di Bonifica del Medio Chiese. Dalla pianura, infatti, comincia a filtrare l’intenzione ferma di dare il via a battaglie legali e a manifestazioni di protesta, con l’obiettivo di tutelare interessi che vengono considerati altrettanto legittimi.

La linea di demarcazione dello scontro aperto è temporale, ed è rappresentata dalla riapertura del canale di approvvigionamento della centrale elettrica Enel di Carpeneda che è prevista entro la fine di aprile, quando saranno conclusi i lavori di sistemazione iniziati a gennaio. Poche sono ormai le “schermaglie” ancora possibili nella ricerca di un’intesa, anche perché i toni si sono fatti via via più accesi.
“Saltata” lo scorso 16 marzo perché andata praticamente deserta la conferenza dei servizi in municipio a Idro, dove si doveva parlare della costruzione dello stramazzo all’imbocco del canale Enel, la Salvaterra ne ha convocata un’altra per il 27 aprile e per “convincere” l’Enel questa volta a partecipare ha emesso un’ordinanza che vieta di rimuovere il materiale ghiaioso che ora fa da tappo al canale, fino anche non verrà stabilito il limite minimo del lago fra le quote 367 e 368.

Gli effetti di questo provvedimento non sono certo sfuggiti agli utilizzatori dell’acqua dell’Eridio: “Con quell’ordinanza si è passato ogni limite e si sta andando da un estremo all’altro. Potevamo utilizzare 7 metri di lago che poi sono diventati 3 metri e 25 dal livello massimo che il lago raggiungerà nelle prossime settimane – affermano -. Fino a quando la regola rimarrà quella, 3,25 metri d’acqua li dobbiamo poter utilizzare. Gli avvocati non ci sono solo a Bolzano e non tutelano solo gli interessi dei lacustri”.
Sembra stia per saltare il tappo, insomma, di quella pentola nella quale si volevano mettere insieme gli interessi dei rivieraschi, quelli degli agricoltori e quelli dei produttori di energia pulita.

Le rassicurazioni da parte di alcuni politici che si sono confrontati con gli uni e con gli altri senza essere però riusciti ancora a prendere decisioni risolutive, a quanto pare, hanno esaurito la capacità di smorzare i toni della polemica. L’impressione è che il prossimo mese possa essere quello decisivo e per dirla con le parole di un agricoltore di Montichiari, “qualcuno deve calare la maschera, altri rischiano di dover calare le braghe”.
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