Favola di banca
di red.

Oltre 1200, tra genitori e figli, hanno partecipato alla quinta edizione della Cassa dei Bambini, organizzata dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella.

 
Una giornata all’insegna del gioco, ma anche un’occasione per imparare come mettere in pratica valori come il risparmio, la cooperazione e la solidarietà Il conte Bonardo è salvo.
I bambini che hanno partecipato alla quinta edizione della Cassa dei Bambini, organizzata a Baitoni sul lago d’Idro dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, sono riusciti a raccogliere le 10 mila monete d’oro per acquistare la pozione necessaria a liberare il conte dal maleficio lanciato da una strega malvagia.
 
Una favola ideata dall’istituto di credito cooperativo per permettere ai figli dei soci di giocare e, allo stesso tempo, imparare valori come il risparmio, la cooperazione e la solidarietà.
“È importante che i bambini imparino questi concetti fin da piccoli – ha commentato il presidente della Cassa Rurale Bruno Martinelli – e crediamo che metterli in pratica anche attraverso un gioco sia il modo migliore per farlo”.
 
Oltre 1200 persone, tra adulti e bambini, hanno partecipato oggi all’iniziativa proposta dall’istituto di credito cooperativo.
“Quello di oggi – ha commentato il direttore Davide Donati – è uno dei tanti appuntamenti che il nostro istituto organizza per offrire ai propri soci un’occasione per stare insieme”.
 
I giovani partecipanti hanno quindi unito le proprie forze per un obiettivo comune: salvare il conte Bonardo e aiutarlo a sconfiggere la strega Malefilde.
Per farlo hanno dovuto “guadagnare” 10 mila monete d’oro partecipando ai laboratori e costruendo strumenti musicali, scudi e spade o gioielli e corone, aiutati dalle dame e dai cavalieri fedeli al conte.
Il capitale iniziale, che ogni bambino ha ricevuto a inizio giornata, è stato di tre monete da utilizzare anche per partecipare alle molte attività in programma, come il tiro con l’arco, il giro a cavallo o la gita al castello in compagnia dei propri genitori.
 
Fonte: federazione trentina della cooperazione
 
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