Quando arrivavano le cartoline
di Itu

Finisce l’estate, non molto tempo fa i preparativi della scuola si mescolavano alla raccolta delle cartoline ricevute da amici e compagni dalle varie sedi vacanziere.


Serviva un bell’elastico per tenerle insieme e una scatola in fondo all’armadio per ricordare durante l’inverno il batticuore nel riconoscerle tra la posta.
Già, perché a volte succedeva che pervenivano dai primi filarini estivi, la firma era sempre un po’ sghimbescia per la trepidazione di lasciar traccia autenticata insieme ad impacciate frasi di circostanza, magari con firme multiple a nascondersi nei gruppi frequentati al mare o in montagna.
 
Ma rimaneva nella cartolina l’odore del viaggio, l’accarezzavamo estasiati di aver ritrovato la nostra casa a portarci un’immagine panoramica che più suggestiva era e più ci faceva sognare sulle possibilità del primo bacio presupponendo l’accurata scelta tra le tante.
Spesso tutto rimaneva sogno, ma la cartolina rimaneva a testimoniare quello struggimento.
 
Le cartoline sono quasi scomparse anche nei luoghi di più frequentati dal turismo, ne sono rimaste alcune in esposizione che per il sole e le intemperie hanno preso un colore tra il grigio e l’itterico, sbiadite e a volte un po’ arricciate.
Sono cambiati i tempi e i modi per trasmettere l’emozione della vacanza, di sicuro altri segni faranno arrossire i nostri adolescenti del piacere di essere ricordati.

 
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