1° Trofeo dell’Altopiano... senza benzina!!
di Kathy Pitton

Pi affaticata del solito, ma con la consueta generosit, Kathy Pitton ci regala le sensazioni provate nell'affrontare i sentieri (soprattutto le salite) di Cariadeghe.

 
Eh, appunto, benzina per far girare le gambe che dovrebbero spingere sui pedali o almeno così dovrebbe essere no?
Già vado piano di mio, le salite poi le soffro tutte che è una meraviglia e le discese se sono troppo…discese …le patisco perché c'ho paura e sono un impiastro da premio Nobel, se poi magari non mangio la sera prima perché sono al lavoro, vado a casa e non dormo e butto la bike in macchina alle sei del mattino e mi fiondo a Serle per il 1° Trofeo dell’Altopiano senza neppure un caffè decente, voglio poi vedere come diavolo ti pedalo, che sia in salita, in discesa o in pianura….
 
Però sono stata la prima ad arrivare questa volta, alle sette meno un quarto ero li seduta sulle scalette che portano su alla verifica tessere che non si poteva ancora fare, visto che i giudici sono arrivati poco dopo; poco alla volta sono arrivati tutti, facce note ed amici e due chiacchiere si scambiano volentieri.
Torno alla macchina per preparare la bike, attacco il numero, metto le scarpette ed il casco e sono pronta per chiacchierare con Fabiana che ha dimenticato i guanti a casa… ne ho sempre due paia nella sacca, gliene presto volentieri uno.
 
Prova percorso, o almeno la prima parte con la salita che porta alla effettiva partenza con tutto l’ambaradan con l’arco ed il rilievo elettronico dei chip!
Pronti via: partenza a velocità più o meno controllata e partono tutti come dei razzi; ci metto un po’ ad arrivare in cima e mi farà compagnia, come sempre d'altronde, il motociclista servizio scopa, simpatico il ragazzo e scopro anche che è quello che fa i miei calzini da ciclista che compro sul mercato ad Iseo.
Bella storia, la volta prossima gli chiedo lo sconto!
 
Ma quando non ne hai non c’è storia e le salite sono dure e non vado su, mi sento le gambe vuote ed il fiatone non riesco proprio a controllarlo oggi, sarà il caldo, sarà la fame o la stanchezza.
Sta di fatto che non c’è storia.
Ma io non torno indietro, non esiste che io torni indietro, deve succedere qualche cosa di veramente importante per far si che io molli ed allora avanti a piedi e non mi interessa un accidente di cosa pensano gli altri, l’ho cominciata e la finisco!
 
L’ironia della sorte è che avevo detto: anche se la dovessi fare a piedi la faccio, due ore e arrivo.. e due ore sono state infatti…. Ma è stata una pena nel vero senso della parola.
Spesso avevo sentito i vari amici o compagni di squadra parlare del “restare senza benzina” ma non mi era mai successo in tutti questi anni ed ora ho capito cosa significa il non riuscire a fare neppure un passo, il non riuscire ad arrivare perché non ne hai più e non riesci ad andare avanti e ti sembra di stare male.
 
Ho chiesto dello zucchero o delle caramelle ai passanti…… a Vittorio Casciotta che, passandomi accanto, mi ha incitata come fa di solito, ma neppure lui aveva qualche cosa nelle tasche della maglia; un ragazzo, appena qualche metro più avanti di lui mi ha lanciato una fialetta di integratore, non so il suo nome ma lo ringrazio di cuore, devo a lui il fatto di essere arrivata in cima alla salita e di essere poi scesa a valle ed al traguardo, senza non sarei arrivata mai.
Grazie, mille volte grazie, chiunque tu sia e se per caso leggi queste righe, ti prego, la prossima volta incontri questa Old Lady fatti riconoscere, probabilmente non avrai più di un sorriso come ringraziamento, ma sarà sincero e verrà dal cuore, sinceramente.
 
Sono arrivata su, allo striscione del traguardo e come spesso accade stavano togliendo gli striscioni ma uno dei giudici mi ha detto: e ti sei lasciata qualcuno alle spalle…… Come no, sono ultima che di più non si può… ma qualcuno aggiunge “ e no, hai dietro quelli che si sono fermati…”.
Due fette di anguria, due bicchieri di the freddo ed è ora di tornate sul mio lago, al lavoro come ogni domenica pomeriggio ma il pensiero è andato spesso all’Altopiano delle Cariadighe o almeno credo cosi si chiami: è uno spettacolo!
Non avevo mai pedalato cosi a lungo, nella parte in discesa, su dei sentieri nel bosco cosi belli; anche se non ero molto lucida viste le condizioni in cui ho finito la gara e se alcuni sentieri erano tecnici e richiedevano parecchia attenzione, mi sono piaciuti e tanto.
 
Ci torno a settembre, in settimana magari, quando il mio lavoro sarà meno pressante ed avrò più tempo per uscire in bike e prendermela comoda, senza fretta stavolta e sicuramente non mi dimenticherò di portare due panini ed un paio di cioccolatini, che non centrano nulla con la dieta del ciclista ma fanno un gran bene all’umore.
 
Kathy Pitton
 
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