Antiche fusioni a Livemmo
di red.

Alla riscoperta dell'antico forno fusorio di Livemmo con lo storico Giancarlo Marchesi. Si può, questa domenica pomeriggio a Pertica Alta.

 
Un insolito tour tra i depositi di carbone vegetale e antichi spazi per lo stoccaggio del minerale, alla scoperta del prezioso “Forno alla brescianaâ€, la macchina fusoria che fino al XIX secolo colava tonnellate di ghisa.
È questo in sintesi il viaggio che, attraverso queste rare testimonianze di archeologia industriale, vuole far riscoprire dell’antica arte del ferro, da sempre patrimonio della gente della montagna bresciana.
 
Lo storico dell’economia Giancarlo Marchesi condurrà appassionati e turisti a visitare il Forno fusorio di Livemmo, riportato alla luce alcuni anni fa in località Granolze.
L’iniziativa prenderà il via questa domenica alle 15 presso Biblioteca di Pertica Alta in Livemmo, recentemente intitolata alla memoria di Maria Leali, con illustrazione dell’attività del locale Forno fusorio e dell’antico distretto minerario-metallurgico bresciano.
 
Il programma della giornata proseguirà, per chi lo vorrà, con una visita all’impianto metallurgico.
Un’antica struttura produttiva che è tra i più preziosi segni di archeologia industriale esistenti in Valle Sabbia ed è l’unico impianto di fusione della ghisa giunta fino a noi fra quelli censiti in Valle Sabbia al tempo della Repubblica di Venezia.
 
Ma non solo: quello di Livemmo è un forno particolarmente interessante soprattutto perché, terminando la propria attività nel 1848, non ha subito le modifiche dettate dalle "nuove" tecniche fusorie introdotte in altri impianti nella seconda metà dell’Ottocento, mantenendo quindi l’antica struttura descritta negli statuti valsabbini del cinquecento.
 
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