Chi rompe paga
di red.

Multe salate da parte della Banca d'Italia per la vecchia direzione della Cassa Rurale di Condino. Intanto si prepara una fusione: due gli scenari possibili.

 
È fissato per fine agosto il consiglio di amministrazione della Cassa rurale di Condino, che dovrà decidere e deliberare in merito al progetto di fusione con una banca consorella, a distanza di oltre novant’anni dalla sua fondazione.
La banca di credito cooperativo presieduta da Pieruccio Vaglia e diretta da Giorgio Scalfi ha sul tappeto due possibili opzioni: fondersi con la Cassa Giudicarie Valsabbia Paganella o unirsi alla Cassa Adamello-Brenta.
 
Con la prima ipotesi verrebbero senza dubbio valorizzate le filiali che la banca condinese ha nel Bresciano, vale a dire gli sportelli di Gavardo e Salò, che finirebbero per ampliare la rete commerciale che la Cassa con sede a Darzo vanta nella nostra provincia.
Se invece fosse scelta la Cassa Adamello-Brenta, con sede a Tione, il panorama bancario valsabbino potrebbe giovarsi della presenza di un nuovo, dinamico attore creditizio.
 
In questa fase preliminare, saranno però gli aspetti tecnici a prendere il sopravvento, tenuto conto che il cammino per arrivare alla fusione non sarà certo semplice, in quanto dovrà essere suggellato dal voto favorevole dei soci riuniti in assemblea straordinaria.
Per quanto riguarda l’andamento dell’istituto condinese, nel primo semestre di quest’anno, il presidente Vaglia si mostra soddisfatto, anche alla luce del non facile momento economico che la zona di riferimento della banca sta attraversando.
 
In merito alla precedente gestione della Cassa di Condino, che aveva visto Ermanno Pizzini alla presidenza e Emilio Martinelli alla direzione, nei giorni scorsi il quotidiano trentino «L’Adige» ha pubblicato la notizia secondo la quale l’ex presidente e l’ex direttore sarebbero stati raggiunti da una sanzione amministrativa pecuniaria, disposta dalla Vigilanza creditizia e finanziaria della Banca d’Italia, per un importo di 36 mila euro a testa, mentre gli undici ex consiglieri della gestione Pizzini sarebbero stati sanzionati per un importo di 18 mila euro ciascuno.
A questo proposito, occorre tuttavia precisare che il sito di Banca d’Italia, a ieri, ancora non riportava tale notizia.
Evidentemente il quotidiano «L’Adige» dispone di fonti confidenziali all’interno della sede trentina della Banca d’Italia.
 
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