Abusato il Pian d'Oneda
di Ubaldo Vallini

Miniappartamenti e tavernette in luogo di garage. I carabinieri frugano fra le «dependance» a Ponte Caffaro.

 
La vicenda sta creando un certo scalpore a Ponte Caffaro, in alcuni addirittura timorosa “suspense”. Così la definiamo.
Anche perché in paese si mormora che il fenomeno non sia del tutto circoscritto.
Qui si parla di abuso edilizio, ma non di quello “normale”: l’uso illecito di mattoni e calcestruzzo, infatti, sarebbe stato fatto in una zona dove vide il vincolo ambientale, fattore questo che fa scivolare le pratiche nell’ambito del codice penale.
Non mancherebbero neppure certi episodi assai curiosi, che meriterebbero di essere trattati in una sede assai diversa da quella di un tribunale, tipo una galleria d’arte moderna.
Ma andiamo in ordine perché, a dispetto dei risvolti comico-artistici, la faccenda è piuttosto seria.
 
I fatti
Al momento si sa che una decina di garage e depositi di attrezzi nella zona “quadri” sono stati visitati in una mattinata di intenso lavoro dai carabinieri della locale stazione al comando del maresciallo Rizza.
Di questi manufatti, una manciata sarebbero risultati “non in linea con quelli che erano i dettami della relativa concessione edilizia”.
In municipio confermano i controlli, che sarebbero avvenuti la settimana scorsa in collaborazione con l’Uffiico tecnico, e aggiungono che qualche irregolarità sarebbe stata riscontrata, ma ancora nulla ancora di ufficiale, siano denunce o altre richieste, sono state avanzate dall’autorità inquirente.
 
Abuso... artistico
Ma cosa è successo, di quale abuso si tratta?
C’è che alcuni proprietari di casette o poderi nel Pian d’Oneda, la vasta area strappata a malarica palude intorno all’anno Mille dai Benedettini di Serle, hanno dichiarato che avrebbero costruito garage o capanni degli attrezzi, invece hanno fatto tutt’altro: veri e propri miniappartamenti completi di angolo cucina e via dicendo.
E di artistico che c’è? Direte voi.
Il modo scelto da alcuni per occultare l’abuso: c’è chi è arrivato ad appoggiare ad una parete in muratura, quindi inutilmente, una vera basculante, per far sembrare la tavernetta un garage.
Come se ne sono accorti i carabinieri? Mica sono quelli delle barzellette: hanno visto che da quel garage spuntava un caminetto.
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