Il carél fa il pieno ad Anfo
di Giancarlo Marchesi
Ieri le suggestive contrade di Anfo, località posta sulle rive dell’Eridio, sono state animate dalla parata degli storici carèi.
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Le antiche tradizioni e la natura si sono intrecciate nel corso della nuova edizione della «Giornata della carelà a».Â
La sfilata, organizzata dalla Pro Loco anfese, è iniziata puntualmente alle 14, partendo dal campo sportivo, per concludersi nel tardo pomeriggio con una conviviale cena a base di specialità valligiane.
L’edizione 2010 della carelaà ha proposto al nutrito pubblico di appassionati, turisti e curiosi presenti alcune novità rispetto alle precedenti edizioni: le soste intermedie sono state incrementate, portandole a ben nove tappe, e in un paio di cortili, quelli delle famiglie Graziotti e Bettini, si è dato vita a scene legate alla civiltà contadina con la presenza di due simpatiche caprette bianche e un asinello e con assaggi di specialità gastronomiche tradizionali.
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I partecipanti, durante la parata, hanno trasportato sui carèi oggetti e materiali mutuati dalla tradizione contadina della zona del Lago d’Idro e tutti i protagonisti indossavano indumenti simili a quelli del passato.
Come da regolamento, al termine della sfilata, i membri di una apposita giuria hanno individuato, tra tutti i partecipanti alla manifestazione, l’equipaggio che attraverso l’inventiva e la varietà espressiva meglio ha fatto rivivere la civiltà del carèl.
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«Il carèl – ci spiega Romeo Seccamani, già presidente della Pro Loco e profondo conoscitore della realtà anfese – era il tipico carrettino che gli abitanti di Anfo usavano per il trasporto del fieno, della legna e dei prodotti d’alpeggio e che, seppur limitatamente, era utilizzato anche nei paesi limitrofi.
L’anfese dei tempi passati, costretto a vivere nel territorio meno fertile della Valle Sabbia, suddiviso a sua volta in piccoli appezzamenti, doveva economizzare il più possibile; in parole povere: possedere un mulo o un asino significava quasi una vacca in meno. Così, mentre in altre zone della valle era molto usato l’animale per il trasporto delle merci e particolarmente come mezzo di risalita, l’anfese, costretto a limitare questo uso, doveva ingegnarsi a ricercare, in sostituzione del mulo, un mezzo adeguato alla sua forza e alla peculiarità del territorio, oltre ad essere idoneo a più funzioni. Chi lo inventò considerò che doveva essere trasportato scarico lungo dirupi e forti pendenze e quindi non superare un determinato peso».
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