Il controllo della società resta in mani odolesi
Al timone della Iro spa ci sar la cordata composta da Carlo Leali, presidente e figlio del fondatore Dario, affiancato da Michele Oliva della storica Olifer e da una serie di soci tra cui spicca il nome di Nicola Pasini della Bredina.

Leali-Oliva-Pasini. Fuorigioco, pertanto, il gruppo Vienna che, da mesi, gravitava attorno al produttore siderurgico odolese.

Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, ha preso corpo l’ultima versione ufficiosa. Al timone della spa ci sarà la cordata composta da Carlo Leali, presidente e figlio del fondatore Dario, affiancato da Michele Oliva della storica Olifer e da una serie di soci tra cui spicca il nome di Nicola Pasini della Bredina.

Nello specifico, Carlo Leali rafforzerà la presenza portando la partecipazione azionaria dal precedente 26% al 51%. Michele Oliva si «piazzerà» al 35% mentre il restante 14% sarà detenuto dai più piccoli azionisti.

Tramonta - a questo punto - anche la possibilità della scalata alla Iro da parte della famiglia Brunori della Ferriera Valsabbia. E si mette fine - a quanto risulta - alle voci che vedevano i Brunori disposti ad appoggiare la causa bresciana per ottenere, in cambio, la maggioranza.

Si chiude un capitolo molto delicato per un’azienda che si è da sempre innestata nel Dna dell’industria bresciana. In gioco quasi mezzo milione di tonnellate di acciaio (Iro produce tondo per cemento armato) che pesano non poco nel panorama siderurgico nazionale e ancor di più in quello bresciano dove è appunto il tondino a farla da padrone. L’azienda di Odolo vale”un fatturato 2006 di oltre 190 milioni di euro, che dovrebbero salire a 250 milioni nel 2007 grazie a un mercato dell’acciaio particolarmente florido.

Sul fronte sindacale, nel frattempo, qualcosa è stato recepito. Le rappresentanze sindacali sono state contattate dalla società: nei prossimi giorni si terrà nella Aib l’incontro con i vertici aziendali per chiarire i particolari dell’operazione e l’impostazione che la nuova compagine azionaria potrebbe dare all’attività.

Sembra comunque orientata in senso positivo la presa d’atto della continuità gestionale. Nel caso fosse stata confermata l’entrata in scena del Gruppo Vienna, secondo quanto appreso, ripercussioni occupazionalu si sarebbero potute verificarei in ragione di una possibile riqualificazione produttiva dello stabilimento odolese. «La Iro rientrava nel nostro piano di espansione che è molto vasto», commentano dall’interno del Gruppo Vienna - L’impianto valsabbino era senza dubbio interessante, anche se non rappresentava il perno del nostro programma di acquisizioni».

m.tae.
Da Bresciaoggi
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