Cultura a spillo
di Laura

Il titolo di un articolo di giornale, non il suo contenuto, ha suggerito a Laura qualche pensiero sul significato di cultura. Senza la pretesa di esaurirne il concetto, ovviamente.

 
Uscendo da un bar a Salò, la mia attenzione è stata carpita da un titolo di copertina di un giornaletto gratuito posato negli appositi dispenser: “Il lusso vero è la cultura non i tacchi a spillo”.
L’articolo all’interno verteva sulla situazione socio-culturale della cittadina di Desenzano del Garda.
Non il contenuto, ma proprio il titolo del pezzo, mi ha solleticato qualche riflessione sul valore della cultura.
 
La cultura è un insostituibile mediatore delle diversità.
La cultura, deve aiutarci a riscattare il valore dei diritti sociali per tutti.
Cultura, termine di origine latina che significava coltivare.
Poi l’uso fu esteso a tutte le attività e situazioni che richiedevano un’assidua cura, dalla “cura” verso gli dei, quello che tuttora chiamiamo culto, alla coltivazione degli esseri umani ovvero la loro educazione.
 
Da quest’ultima accezione deriva il valore di cultura nel suo senso moderno: il complesso di conoscenze (tradizioni e saperi) che ogni popolo considera fondamentali e degni di essere trasmessi alle generazioni successive.
Nella nostra civiltà occidentale il concetto di cultura è divenuto erroneamente sinonimo di “conoscenza di quanto depositato nei libri” vi è quindi la tendenza a considerare persone colte o addirittura uomini di cultura coloro che hanno letto tanti libri.
 
Sapere molte cose non è cultura.
Conoscere tante cose è erudizione.
Certamente l’erudizione alimenta la cultura, come l’olio nella lampada alimenta la fiamma; ma spesso, come l’olio eccessivo finisce con lo spegnere la fiamma, così anche l’erudizione, quando è totalizzante, finisce con lo spegnere lo spirito creativo.

È essenza generale di tutta la cultura umana quella di costituirsi come essenza spirituale universale. (Gadamer – Filosofo tedesco)
 
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