Nucleare per la sicurezza energetica
di Cesare Fumana

Quale il possibile ritorno al nucleare in Italia? Quali le ricadute economiche? Se ne è parlato a un incontro organizzato dal Rotary Club Salò e Desenzano a Gardone Riviera.

È stato dedicato all’energia nucleare il convivio del Rotary Club Salò e Desenzano, tenutosi venerdì scorso al Grand Hotel di Gardone Riviera. In qualità di relatore era atteso il sottosegretario allo Sviluppo economico, il bresciano Stefano Saglia, che doveva illustrare il piano energetico nazionale, ma impegni di governo l’hanno trattenuto a Roma fino a tardi e non è potuto intervenire.

Sicurezza energetica e sicurezza nazionale
Nondimeno l’argomento è stato affrontato con qualificati interventi a cominciare dal segretario e direttore di Apindustria di Brescia, Francesco Gobbi, che ha tracciato lo scenario energetico italiano, europeo e internazionale, sottolineando la nostra dipendenza in particolare dal gas da paesi semidittatoriali, che possono condizionarne fortemente la fornitura. Ha quindi evidenziato come la richiesta di energia nel mondo sia molto aumentata negli ultimi anni, in particolare dai paesi in rapido sviluppo del sud est asiatico, Cina e India in primis; il quadro geopolitico sia mutato dopo l’11 settembre 2001; infine l’incertezza economica degli ultimi anni.
«Tutto questo – ha affermato Gobbi – evidenzia come la questione energetica sia una questione di sicurezza nazionale, come ha affermato lo stesso Obama all’inizio di quest’anno».
Da qui la necessità di differenziare le fonti di energia e il nucleare, secondo lui, risulta una valida soluzione.

Il nucleare possibile
A tracciare un possibile scenario del nucleare italiano e delle ripercussioni sul tessuto produttivo bresciano è intervenuto l’ing. Giovanni Ronchetto, responsabile della Divisione Nucleare di Atb Riva Calzoni, con sede a Roncadelle.
«Nel mondo – ha affermato l’ingegnere – attualmente ci sono 400 centrali nucleari che producono il 15% dell’energia elettrica. Il costo per costruire una centrale di mille Megawatt si aggira attorno ai 3,5-4 miliardi di euro e il 70% riguarda l’infrastruttura civile, il 30% la tecnologia nucleare. Il 90-95% del materiale potrebbe essere fornito direttamente da aziende italiane, con una ricaduta occupazionale diretta per un migliaio di addetti e altrettanti nell’indotto».
Per Ronchetto il nucleare, non disgiunto comunque da altre fonti alternative di energia, consentirebbe di liberarci dalla dipendenza energetica degli altri paesi, e sarebbe una scelta di qualità e di continuità, che permetterebbe anche il dimezzamento del costo dell’energia. Per l’Italia si parla di dieci centrali nucleari da 1.200 MW ciascuna.

Sicurezza e ambiente
Dal pubblico le domande immediate sono state sulla questione della sicurezza, sulle scorie e l’impatto ambientale. L’ingegnere ha risposto che le centrali a cosiddetta “sicurezza passiva†usano sistemi di sicurezza “naturaliâ€, non basati su sensori, ma su sistemi di bloccaggio basati sull’espansione volumetrica della materia stessa o della pressione. Inoltre le centrali nucleari occupano un decimo dello spazio richiesto dalle altre centrale termiche.
Per quanto riguarda le scorie si tratta di dimensioni molto ridotte e che vanno stivate in cilindri d’acciaio di un metro di spessore che non consentono l’uscita di radiazione e collocate a 500-700 metri di profondità.

Il mondo dell’impresa favorevole
Fra i presenti molti gli imprenditori che vedono con favore la realizzazione di centrali nucleari.
«In Italia – ha commentato uno dei presenti – oltre al costo del personale, abbiamo anche il costo dell’energia fra i più alti al mondo e poi ci si domanda perché negli ultimi anni molte aziende hanno chiuso. Ci chiedono di convertirci all’hi tech, ma non è così facile e immediato». Ma non si nascondono i timori che l’opinione pubblica in Italia sia ancora molto contraria al nucleare. Per questo servirebbe un impegno maggiore della politica.
«Invece di perdere mesi a parlare di intercettazioni – ha detto un altro – i nostri politici dovrebbero discutere di queste questioni».

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