La Provincia approva un piano per il lago
Il Consiglio provinciale ha approvato ieri all’unanimitŕ il Piano di protezione civile, che consentirŕ al lago d’Idro di raggiungere quota 368,50, un metro e mezzo in piů di quanto č stato possibile ottenere negli ultimi anni.

Il Consiglio provinciale ha approvato ieri all’unanimità il Piano di protezione civile, che consentirà al lago d’Idro di raggiungere quota 368,50, un metro e mezzo in più di quanto è stato possibile ottenere negli ultimi anni.

Il Piano è stato illustrato dall’assessore in Provincia Corrado Scolari. Ma sempre ieri il sindaco Augusta Salvaterra ha emesso un’ordinanza che vieta all’Enel di rimuovere lo sbarramento sul canale in attesa di nuove decisioni.

PiĂą di cento pagine e un corposo allegato cartografico costituiscono il documento, che coinvolge 20 paesi, di cui 19 bresciani e uno trentino, redatto in poco piĂą di due mesi da un gruppo di undici tecnici, con la collaborazione della Fondazione Politecnico di Milano.

Questo Piano, richiesto alla Protezione civile bresciana dal comitato di coordinamento istituito dalla Prefettura di Brescia, passa ora al vaglio del Registro italiano dighe.
L’innalzamento del lago, anche se non risolve il problema dell’Eridio, è una soluzione temporanea, che consentirà di raggiungere una buona quota in previsione della stagione turistica ed irrigua, anche se poi la regola attualmente vigente consente uno svaso di 3,25 metri, che non garantisce il deflusso minimo vitale.

Il Piano di protezione civile si compone essenzialmente di due parti: nella prima vengono ipotizzati cinque scenari di evento calamitoso.
Si parte ovviamente dall’ipotesi di piccoli smottamenti, fino al crollo dell’intera paleofrana, per concludere con una combinazione di calamità naturali che si spera non si verificheranno mai.

Ma il Piano di protezione civile non lascia nulla al caso, e risponde anche a domande del tipo: «Se mai le dighe a monte fossero costrette a rilasciare improvvisamente ingenti quantità d’acqua?».

A domande di questo tipo si risponde nella seconda parte del Piano di protezione civile, dove vengono definite le modalità di intervento, i ruoli e le competenze, i tempi entro i quali si deve intervenire, e come avviare l’intera «macchina dei soccorsi».

«Con questo documento - ha spiegato l’assessore Corrado Scolari - diamo risposta concreta ad una delle problematiche che riguardano il lago d’Idro e speriamo di avviare il percorso per risolvere il problema in via definitiva».

La realizzazione di questo Piano consentirà al Rid di togliere il limite di regolazione a quota 367, prevedendo l’utilizzo della «galleria degli agricoltori» (che fino ad oggi non ha il collaudo) soltanto per finalità di protezione civile, oltre che a definire con precisione la criticità della zona e a individuare i soggetti competenti in caso di emergenza.

«Oltre alle finalità per cui è stato elaborato - ha continuato l’assessore provinciale Scolari - il Piano del lago d’Idro rappresenta un tassello delle attività di prevenzione che sono state avviate in questi anni dal nostro assessorato. Dobbiamo approfittare dei periodi in cui non ci sono emergenze per conoscere a fondo il territorio e le sue complessità. La storia insegna - ha concluso Corrado Scolari - che, laddove questa attività è stata fatta con serietà, i risultati sono sempre stati positivi, anche all’accadere di possibili emergenze, che certamente non ci auguriamo».

Mila Rovatti
Da Bresciaoggi
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