Gerbera gialla, tappa sul lago contro le mafie
di Igor Balasina

Ieri a Salò si è concluso il «Percorso nazionale della gerbera gialla», perchè l'antimafia possa farsi forte della legalità e dell'impegno civile.


"Un fiore molto resistente, simbolo della rinascita primaverile e della gloria come la Gerbera gialla, deve essere per noi, segno di riconoscimento di un'antimafia della legalità, della memoria e della formazione dei giovani".
Con questa metafora si era espresso il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso alla partenza da Reggio Calabria del "Percorso Nazionale 2010 della Gerbera Gialla".
Ieri, sul lago di Garda, si è concluso questo viaggio in ricordo delle stragi di "maggio" del 1992 e si è tentato, pare con esito positivo, di creare un collegamento tra l'antimafia della legalità e la società civile.
Tutto questo, come avviene da più di un decennio, è stato possibile grazie a "Riferimenti", coordinato e fondato da Antonino Caponnetto con l‘obiettivo di contribuire alla crescita dell'educazione alla legalità, pilastro di un ponte ideale che unisce varie regioni in un percorso di memoria, fatto di lutti sconosciuti e famosi in una collettiva volontà di rinascita.

Memoria e reazione
Proprio dall‘esigenza di non archiviare la memoria, dall‘affermazione del diritto alla vita, è nata la "Gerbera Gialla" che con la sua simbolica rinascita è segno di riscatto dedicato alle vittime della violenza criminale, quelle vittime troppo spesso dimenticate dai tribunali e dalle coscienze, vittime senza voce, ma ciascuna con la propria storia, alle cui morti ingiuste si ha il dovere di dare un senso per non renderle vane.
Questo fiore simbolicamente condensa in sé l‘essenza drammatica di quei fatti e ne rappresenta il dolore, ma è anche il simbolo della possibilità di fondare nuove etiche collettive.
La rappresentazione del passato, l‘impegno civile, la visibilità sociale consentono, infatti, di rafforzare l‘idea di stato e di democrazia e di declinare nuove norme di convivenza civile.
La simbologia del fiore racchiude quindi un messaggio di memoria e insieme di reazione: la gerbera, nonostante i lutti, la violenza, le guerre, ritorna a fiorire nei mesi che ricordano la rinascita della vita ma anche tante stragi: da Portella delle Ginestre a Capaci, ai Georgofili, da Impastato a Musella, da Scaglione a Falcone, dagli agenti di scorta della Polizia di Stato Montinaro,Schifani, Di Cillo, al Capitano dei Carabinieri Basi.
 
In tanti è meglio
Il battello della legalità è giunto a Salò poco dopo le 17.00, con a bordo oltre agli studenti provenienti da varie regioni d'Italia, don Luigi Merola (prete antimafia già parrocco a Forcella NA e fondatore di "'A voce d'e creature" comunità inserita negli ambienti sequestrati alla mafia con finalità di difesa dei ragazzi a rischio camorra), Adriana Musella (Presidente di Riferimenti), Vincenzo Montemagno (questore di Brescia), Domenico Geracitano (ideatore del progetto, Collaboratore Tecnico Capo della Polizia di Stato), Simona Dalla Chiesa (orfana di Carlo Alberto Dalla Chiesa), Gualtiero Comini (Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano), Carlo Panzera (sindaco di Vobarno e presidente dell'associazione comuni bresciani), Maria Rosa Raimondi (Dirigente dell'ufficio scolastico provinciale), Luigiana Ghirardi (Dirigente della direzione didattica di Salò).
 
Un cammino possibile
La sala del consiglio comunale nel comune di Salò ha poi permesso alle autorità e in modo particolare a don Luigi Merola di portare la propria testimonianza a favore della Legalità e trasparenza.
Buona e stata la risposta e la partecipazione della cittadinanza che, nonostante raggiungere il capoluogo lacustre fosse reso difficile dalla tappa Levico-Brescia del Giro d'Italia, non ha mancato come sempre, di portare il proprio calore e coinvolgimento.
Particolarmente toccante è stato il ricordo che il sacerdote antimafia ha fatto delle vittime delle stragi, rammentando come il loro "servizio dello Stato" sia stato messo in primis a rischio della loro stessa vita che hanno perduta.
L'auspicio finale del cordinatore Geracitano è che tutto questo percorso abbia segnato l'animo e la civiltà di ogni cittadino e che la sconfitta delle Mafie non sia considerata più una mera chimera ma un cammino possibile con la partecipazione di ogni onesto cittadino del nostro paese.
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