La «Minelli» nel mirino della Procura
di red.

Accuse pesanti sulle attivtà dell'associazione «Sergio Minelli» che è presente a Gavardo e Prevalle.

 
La procura della Repubblica di Brescia pochi giorni fa ha chiuso una propria inchiesta sull’attività dell’«Associazione Sergio Minelli», comunità di ispirazione religiosa animata da Fiorella Tersilia Tanghetti che in provincia di Brescia è presente con suoi gruppi tra l’altro a Prevalle e a Gavardo.
Per la Tanghetti e per alcuni suoi collaboratori la Magistratura ha vagliato un’accusa pesante: associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati contro il patrimonio e maltrattamenti.
 
Ora il sostituto procuratore incaricato dell’inchiesta, il dottor Alberto Rossi, dovrà fare richiesta di fissazione di udienza preliminare e valutare se chiedere o meno il rinvio a giudizio.
Nel fascicolo accuse anche per l’avvocato Piercarlo Peroni, che da anni presta la sua attività professionale a favore dell’associazione.
Il legale è patrocinato dagli avvocati Marco Agosti e Felice Arco, che proprio nei giorni scorsi hanno depositato in Procura una propria memoria con la quale vengono con forza respinti gli addebiti.
 
A quanto è stato possibile conoscere di un’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Salò, alcuni ex ospiti delle comunità dell’«Associazione Sergio Minelli» hanno denunciato di aver subìto maltrattamenti e che un trattamento durissimo e spesso inumano sarebbe stato messo in atto nei confronti tanto di adulti quanto di bambini. «Lagnanze di pochi soggetti - sottolineano Agosti e Arco - inattendibili e animati da risentimenti e rancori, a fronte di centinaia e centinaia di persone che hanno fruito di vantaggi morali, materiali ed educativi dalle associazioni» al centro dell’indagine.
 
Sulla vicenda a Prevalle si registra anche la testimonianza di Paolo Catterina, sindaco del paese dal 1995 al 2004 e vicesindaco dal 2004 a pochi mesi fa.
«Quando la comunità arrivò a Prevalle - racconta - era naturale che anche come amministrazione ci interrogassimo sulla sua attività. Con il tempo siamo riusciti non solo a conoscerli ma anche a rivolgerci a loro per la realizzazione di alcuni interventi in campo sociale e assistenziale. Sapevamo da tempo, perché coinvolti istituzionalmente, dell’inchiesta della magistratura e a nostra volta avevamo compiuto alcune nostre verifiche di tipo amministrativo. Da cui non è mai emerso nulla di irregolare».
 
Fonte: Giornale di Brescia
 
zCarabinieri3.jpg