Quando piccolo è bello
Carvanno di Vobarno, una piccola frazione che a dispetto dell’opinione diffusa secondo cui la montagna registra un costante spopolamento, non ne vuol proprio sapere di ammainare la bandiera «perchè qui si vive bene».

D’estate arrivano i turisti. E il paese è soltanto a cinque minuti
Carvanno di Vobarno, una piccola frazione che a dispetto dell’opinione diffusa secondo cui la montagna registra un costante spopolamento, non ne vuol proprio sapere di ammainare la bandiera «perchè qui si vive bene».
Se l’ultimo censimento dice che nella frazione si superano a stento le 20 unità, chi abita a Carvanno non accetta che il proprio paese sia ritenuto borgo in scomparsa: «È vero, qui siamo in pochi - ammette Rachele Bonfà, arrivata nel ’96 da Salò - ma in questo antico feudo dei conti Martinengo si sta davvero bene.
È vero, mancano i servizi, ma non ne sentiamo la mancanza. Ci sono verde, tranquillità, aria buona, silenzio; ed a 550 metri d’altezza, con esposizione a nord, il primo sole che arriva è nostro. E se ci serve qualcosa, dal nostro entroterra basta scendere a Vobarno in 5 minuti d’auto su una strada sempre mantenuta pulita, anche d’inverno».

Essere ricchi e agiati per Carvanno non è avere banca, scuola e negozio sotto casa: «Anzi, è tutt’altro». A Carvanno risiede gente che viene da Salò e Lumezzane e da Vobarno e Milano, che ha però scelto di star qui: «E con la primavera la nostra comunità rifiorisce, raggiungendo d’estate numeri a tre cifre».
Salgono a Carvanno una scuola milanese di circensi che regala ai cittadini uno spettacolo, una comunità di Brescia, e gli scuot di Vobarno: «Il 1° maggio c’è la tradizione dello spiedo, ed a Ferragosto - spiega Enrichetta, l’organizzatrice, salita a Carvanno dalla Degagna col marito nel 1959 - c’è la pesca in chiesa. Ogni 5 anni (è attesa a settembre 2007) qui arriva da Cecino, passando per i borghi vobarnesi di Eno e S. Martino, la Madonna del Rosario incoronata col Bambin Gesù: una processione seguitissima, col paese addobbato. E nella parrocchiale lo scorso Natale c’è stato il battesimo del figlio di una coppia di Carvanno. E qui a sposarsi sono in tanti, anche gente non di Carvanno ma che sceglie di sposarsi in questo paese per la sua bellezza e amenità».

La chiesa di Carvanno ospita pochi fedeli d’inverno, ma d’estate si popola: «Grazie al parroco don Gabriele Banderini - spiega Enrichetta, che ha funzione di sagrestana - che qui sale per la messa ogni 7 giorni; l’edificio è stato ristrutturato lo scorso anno».
«Ma il nostro paese - continua Rachele - che ha case abitate risalenti al XV e XVI secolo, è borgo da valorizzare, bello proprio perché è così, un’isola felice con orti ben tenuti, ricchi di acqua e sole.
E percorrendo la strada Carvanno-Vobarno, è facile incontrare scoiattoli. Vivere a Carvanno non è morire, ma è consapevole scelta di vita».
Infine, un’ultima grande ricchezza di Carvanno, il reciproco mutuo soccorso: «Quando qualcuno deve scendere a Vobarno lungo la valle dell’Agna, chiede prima agli altri suoi concittadini se c’è bisogno di qualcosa».

m.pas. da Bresciaoggi
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