Si studia la salute del lago
di Ubaldo Vallini

Facendo seguito all'accordo di programma sottoscritto da Regione e Comuni nel 2008, č pronto a partire uno studio sulla salute del lago valsabbino.

 
Era stato uno dei pomi della discordia all’indomani della firma da parte dei sindaci rivierasci sull’Accordo di programma, che ad agosto del 2008 aveva messo nero su bianco gli impegni della Regione e quelli dei Comuni: “Entro il 2016 deve essere sviluppato uno studio organico ed approfondito della conformazione del lago d’Idro e dello stato di salute delle acque ed indicati gli interventi necessari al fine di ridare vita alle stesse e riottenerne la balneabilità” recitava uno degli articoli.
 
Quegli otto anni di tempo sembravano davvero troppi alle associazioni ambientaliste.
Il fatto poi che nelle scorse settimane tutte le spiagge dell’Eridio fossero diventate improvvisamente balneabili, per un cambio dei parametri di riferimento e non certo della qualità intrinseca dell’acqua, lasciava ancor più l’amaro in bocca a quanti speravano e ancora sperano che nel lago valsabbino si possa innescare un processo di risanamento vero.
Invece eccolo qui il progetto regionale, presentato ai sindaci la scorsa settimana e pronto per essere attuato. Ce lo mostra e con una certa soddisfazione il vicesindaco bagosso con delega alle questioni del lago: Enzo Melzani.
 
Uno studio che prevede tre anni di tempo, in collaborazione col Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Parma, per capire come venire a capo del problema.
La ricerca prevede una fase di lavoro sperimentale sul campo e poi lo sviluppo di modelli quantitativi e qualitativi del bacino lacustre, per giungere a comprendere meglio i meccanismi responsabili della qualitĂ  delle acque ed ipotizzare o meglio ancora mettere in pratica interventi di risanamento.
 
Cinque le fasi in cui si sviluppa il progetto.
Si comincerà con un rilievo batimetrico del lago utilizzando un’imbarcazione di proprietà dell’Università parmense, appositamente attrezzata, che verrà ormeggiata al porto di Anfo e che procederà all’ispezione di tutta la zona perimetrale e poco profonda del lago, visto che la fioritura delle alghe sembra interessare esclusivamente quelle parti di fondale dove arriva la luce.
Con frequenza mensile e per l’intera durata del progetto, verranno raccolti campioni di acqua alla massima profondità e ad una profondità inferiore, sempre negli stessi punti, per questo verranno presto ancorate due boe di riferimento.
 
La terza fase è quella del monitoraggio della fascia litoranea, prevedendo anche attività subacquee fino a sei sette metri di profondità, sia di giorno che di notte, in aree appositamente individuate e mantenute “tal quali”, evitando cioè l’intervento di macchine operatrici per la raccolta delle alghe.
Non si possono poi comprendere i meccanismi di regolazione biologica del lago senza tener conto di ciò che entra e di ciò che esce: con cadenza mensile, quindi, saranno effettuati campionamenti nel fiume Chiese (in ingresso ed in uscita dal lago) e sul torrente Caffaro che scende da Bagolino.
Con meno frequenza e ad ogni modo in base alle condizioni idrologiche, verranno campionati anche i torrenti Re, Liperone, Neco, Vantone e Vesta.
 
L’ultima fase prevede dei sopralluoghi e la raccolta di dati che permetteranno di applicare degli “indici di naturalità degli ambienti costieri”.
Il progetto, infatti, prevede che per alcuni settori dell’Eridio vengano applicati i paramentri del “Lake Habitat Survey” e quelli dell’Indice di Funzionalità Perilacuale.
 
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