Balzo in avanti della produzione industriale
di red.

In base all’indagine congiunturale del Centro Studi Aib nel primo trimestre del 2010 la produzione industriale ha segnato un + 3,4%. Aumentano le tensioni sui prezzi delle materie prime.

Nel primo trimestre del 2010 l’economia bresciana consolida la ripresa, iniziata già nell’ultima parte dell’anno scorso. La produzione ha registrato, infatti, un deciso incremento (+ 3,38%); a conferma del fatto che il settore manifatturiero locale ha agganciato, pur con una serie di distinguo, la ripresa in atto a livello globale.

Rispetto al primo trimestre del 2009 la variazione è comunque negativa (-3,26%) e ciò dimostra la debolezza della ripresa in atto.
Il tasso acquisito, cioè la variazione media annua che si avrebbe nel caso in cui l’indice della produzione non subisse più variazioni fino alla fine del 2010, è pari all’1,61%.
Il livello di attività ancora molto basso ha alimentato il ricorso alla CIG, che è aumentata nel primo trimestre del 2010 del 134% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Le prospettive a breve termine sono moderatamente positive, sebbene contestualizzate in uno scenario contraddistinto ancora da luci e ombre: al perdurare dei bassi tassi d’interesse e al deprezzamento dell’euro, si contrappongono alcuni elementi di grande fragilità, quali il protrarsi dell’instabilità del sistema finanziario, i forti rincari delle materie prime e le ben note difficoltà di accesso al credito, uno tra i principali ostacoli al rilancio dell’attività delle imprese.

Sono queste le tendenze di fondo che risultano dall’indagine svolta dal Centro Studi AIB su un campione di 250 imprese manifatturiere bresciane.

Più nello specifico, la disaggregazione dell'indice grezzo della produzione per classi dimensionali mostra, con riferimento al primo trimestre 2010: forti incrementi per quanto riguarda le micro imprese (+6,72%), le medio-piccole (+7,80%) e le grandi (+15,85%), un modesto incremento per quanto riguarda le piccole (+0,90%), flessioni per le medio-grandi (-0,90%) e le maggiori (-2,38%).

La disamina per settore evidenzia, rispetto al quarto trimestre 2009: un elevato incremento della produzione nei settori chimico, gomma e plastica (+9,02%), abbigliamento (+6,80%), metallurgico e siderurgico (+6,75%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+5,91%); variazioni positive più modeste nei comparti calzature (+1,34%), tessile (+0,37%), legno e mobilio (+0,36%); diminuzioni nei settori agroalimentare e caseario (-0,45%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-1,26%), carta e stampa (-2,72%), maglie e calze (-4,77%), materiali da costruzione ed estrattive (-10,44%).

Il recupero della produzione si è tradotto nell’aumento di oltre un punto del tasso di utilizzazione della capacità produttiva, che ha portato l’utilizzo degli impianti ad una percentuale del 63,94%, rispetto al 62,67% del trimestre precedente e al 60,40% del primo trimestre 2009.

Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 38% delle imprese, diminuite per il 15% e rimaste invariate per il 47%.

Le vendite sui mercati esteri hanno registrato andamenti quasi analoghi: quelle verso i Paesi comunitari sono aumentate per il 32% delle aziende, diminuite per il 13% e rimaste stabili per il 55%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per 26%, calate per l’11% e rimaste invariate per il 63% delle imprese.

I consumi energetici sono aumentati per il 45% degli operatori, con una variazione media del 3,23%.

Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’83% delle imprese, alte dal 12% e basse dal 5%.

Le scorte di materie prime sono considerate normali dall’84% delle aziende, alte dall’8% e basse dall’8%.

I costi delle materie prime sono cresciuti per il 50% delle imprese, diminuiti per il 4% e rimasti invariati per il 46%. Complessivamente, i prezzi delle materie prime hanno registrato un incremento del 5,14%.

I prezzi di vendita dei prodotti sono stati aumentati dal 15% delle aziende, il 12% li ha ridotti e il 73% non li ha variati. I prezzi di vendita sono aumentati mediamente dello 0,69%.

Il costo del lavoro è cresciuto per il 30% delle aziende, è rimasto invariato per il 68% ed è diminuito solo per il 2%.

Gli investimenti effettuati nel trimestre sono aumentati per il 6% delle imprese, diminuiti per il 17% e rimasti costanti per il 77%.

Prospettive
Le prospettive per il secondo trimestre indicano un ulteriore incremento della produzione. Infatti, l’attività produttiva è prevista in aumento dal 25% delle imprese, stabile dal 66% ed in diminuzione dal 9%. Le aspettative sono ottimistiche nei comparti agroalimentare e caseario, carta e stampa, chimico, gomma e plastica, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto; pessimistiche, invece, le aspettative nei settori abbigliamento, calzature, maglie e calze, materiali da costruzione ed estrattive.

Per quanto riguarda le classi dimensionali, le previsioni sull’andamento della produzione sono più positive per le imprese medio-grandi, grandi e maggiori.

Gli ordini provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 26% delle imprese, stabili dal 61% e in diminuzione dal 13%. Per quanto riguarda gli ordini dall'estero: quelli dai Paesi UE risultano in aumento per 24% delle aziende, stabili per il 65% ed in diminuzione per l’11%; quelli dai Paesi extra UE sono in crescita per il 15% delle imprese, stazionari per il 75% e in diminuzione per il 10%.

La manodopera è attesa costante dal 77% delle imprese, dovrebbe diminuire per il 17% e aumentare per il 6%.

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