Lavenone accoglie don Fabio
Roberto Missiroli ci ha inviato quanto letto nella parrocchiale di Lavenone in occasione dell'ingresso del nuovo parroco. Pubblichiamo volentieri.

 
L’intera Comunità di Lavenone esprime grande gioia nel salutare con calorosa accoglienza don Fabio, quale nostro nuovo Parroco.
Un benvenuto di cuore, sincero e semplice.
In quest’ultimo periodo abbiamo cercato di preparare al meglio questo evento stupendo, quale è l’arrivo del nuovo Parroco, per esprimere nella festa la nostra gratitudine e l’accoglienza verso te, don Fabio, che vieni in mezzo a noi.
 
In testa ai sentimenti prevale sicuramente la gratitudine a Dio perché ha “visitato il suo popolo” di Lavenone e ha scelto per noi una guida autorevole.
Ancora una volta Dio si rivela essere un Padre amorevole, che vuole il bene dei suoi figli. Siamo riconoscenti a Gesù, nostro Signore e Maestro, al quale don Fabio, hai consacrato la tua vita per essere suo discepolo per sempre, come lui vuole, dove lui vuole.
Oltre a sentimenti di gratitudine, il nostro cuore è un turbine di emozioni contrastanti, che sono il frutto del nuovo che irrompe nella nostra vita personale e comunitaria.
 
Già ti vogliamo bene, don Fabio, anche se non ci conosciamo ancora; ma il tempo è dalla nostra parte e ci saranno occasioni per far crescere, giorno dopo giorno, collaborazione, stima ed affetto.
Il nostro timore è di sentirci inadeguati al grande dono che tu sei per la nostra comunità e per l’intera Unità Pastorale.
Tuttavia se sapremo affrontarli insieme, anche i problemi più ostici potranno essere superati.
 
La devozione dei nostri padri e delle nostre madri ci ha donato una grande e maestosa Chiesa Parrocchiale e molti altri tesori, ambienti che amiamo profondamente e dei quali siamo orgogliosi. Ora a noi il compito di conservarli ed ancor più di dare nuova vita a queste mura, portare le nostre vite al loro interno, affinché possiamo crescere come persone, come cristiani, come comunità.
Tu vieni a portarci Gesù, a parlare di lui ai nostri ragazzi, a farlo riscoprire dai nostri giovani, a presentarlo alle famiglie, a renderlo sempre più vicino nell’anziano.
 
Trasmettere la fede alle giovani generazioni non è compito esclusivo del sacerdote, è e deve essere l’impegno primario a cui tutta la comunità deve orientare i suoi sforzi e le sue preghiere.
La collaborazione diventa quindi qualcosa di più profondo ed impegnativo: diventa corresponsabilità.
Se la fede, in quanto dono di Dio, nessuno la può trasmettere o lasciar in eredità, tuttavia è nostro compito infondere nei giovani la passione per Gesù ed il suo Vangelo, una passione che apre le porte all’incontro con Lui: è infatti questo incontro, solo questo incontro personale con il nostro Signore, che alimenta e fortifica la fede.
 
La nostra società, la nostra cultura, l’umanità intera ha bisogno di una nuova evangelizzazione.
Anche la comunità di Lavenone, seppur piccola, non è esente da questo bisogno.
Ti chiediamo di aiutarci ad aumentare in noi lo stupore e la gioia di sentirci comunità cristiana, consapevoli che questo processo di crescita nella fede ci porta ad una revisione dei nostri comportamenti, delle nostre scelte, dei nostri modi di dire, di pensare ed essere.
 
È la nostra vita, più che le parole, che deve testimoniare la gioia di appartenere a Cristo.
Una canzone dice: “Dopo Domenica c’è Lunedì, dopo i festeggiamenti ricomincia il lavoro… “
Tutti sappiamo quanto spesso è faticoso lavorare nella vigna del Signore. Vogliamo però che il calore della comunità che hai lasciato lo ritrovi anche tra noi, in modo che tu non debba sentire troppa nostalgia.
Siamo certi che la nostra mano, qualora ne avessi bisogno, non ti mancherà mai.
 
Papa Benedetto ci ha più volte istruito dicendo: “Chi fa entrare Cristo totalmente dentro di lui, non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande.
Solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita.
Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana.
Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera”.
Di questa amicizia abbiamo bisogno e questo ti chiediamo, don Fabio: di ricercarla e viverla insieme a noi.
 
Lavenone 18 Aprile 2010
 
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