Quella centrale non s'ha da fare
di Ubaldo Vallini

Pescatori sul piede di guerra a Sabbio Chiese, contro l'idea che possa essere intubato il Chiese per sette chilometri lasciandolo al minimo vitale.

 
La richiesta è arrivata dalla Ener.Gi Srl di Caino che vorrebbe turbinare le acque del Chiese in località Ponte Clibbio, dopo averle prelevate all’uscita da un’altra centralina che la ditta stessa posizionerà in territorio di Barghe, dove c’è l’attuale sede del Cse.
Per il progetto più a monte, che utilizzerà un preesistente canale di derivazione che parte alla travata di Sant’Antonio, Comune e Regione si sono già espressi favorevolmente e manca solo l’assegnazione della concessione da parte della Provincia.
 
Per il tratto che interesserà tutti quanti i sette chilometri di fiume in territorio di Sabbio, invece, con un tubo di due metri e 20 di diametro interrato nel fiume, la procedura è solo all’inizio. Contro l’idea di turbinare l’acqua a fini idroelettrici lungo quel tratto di fiume Chiese, però, si mettono di traverso le associazioni di pesca sportiva.
Che sono tante e soprattutto rappresentano sette, ottomila pescatori valsabbini. E non ci sono solo quelli: 400 solo a Sabbio.
Sul piede di guerra, infatti, stanno marciando Fipsas Brescia, Gps Garimberti, Gpsd di Bedizzole, le Apsd di Carpeneda, Vobarno e Preseglie, Garisti 98, Fario Valgombiera, Spsd Il Cefalo, Sps Odolese, Asdp e Italpesca di Sabbio Chiese, Club pesca alla mosca Brescia, l’Unione Pescatori Sportivi del Lago d’Idro.
 
“Nessuno ci ha mai interpellati fino all’inizio dello scorso mese di marzo – affermano i rappresentanti di questa selva di guizzanti acronimi, riuniti in un Comitato al quale hanno dato il nome di “Gruppo associazioni per la salvaguardia del Fiume Chiese”.
E l’intenzione non è solo quella di brontolare. Neppure minacciano azioni eclatanti.
Piuttosto studiano la materia, cercano di capire cosa succede, e propongono.
 
Osservazioni, le loro, presentate in questi giorni a protocollo, insieme ad analoga documentazione prodotta dall’Amministrazione comunale Sabbiense, che vuol vederci chiaro, e dall’Italpesca provinciale presieduta da Fabrizio Nervi.
“I danni prodotti sull’ecosistema sarebbero ingenti, proprio in un tratto di fiume considerato di tipo pregiato, grazie anche all’impegno della Provincia che negli anni scorsi si è prodotta in una campagna di ripopolamento senza uguali, anche parecchio dispendiosa” affermano gli appassionati della lenza, che da qualche tempo hanno ricominciato a ritrovare nel Chiese la trota marmorata e il tremolo, ma anche barbo comune e canino, l’anguilla e lo scazzone.
 
“Ci parlano di un minimo vitale per il Chiese di 3 metri cubi al secondo, quando l’attuale portata è vicina ai 30 – aggiungono -. Parametri non accettabili per la vita del fiume che c'è adesso. Non lo permetteremo, anche perchè abbiamo seri dubbi sulla produzione di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili, se la convenienza è dettata solo dall'attuale sistema che droga i prezzi caricandoli sulle spalle dei contribuenti”.
 
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