La «Torna Crucis» di San Giorgio
di Ubaldo Vallini

Recuperata nell'archivio parrocchiale dove era dimenticata da pi di un secolo, un'antica Via Crucis del Seicento tornata nella parrocchiale bagossa

 
Torna al suo posto nella parrocchiale che Bagolino dedica a San Giorgio una preziosa Via Crucis del Seicento, epoca in cui la chiesa bagossa è stata ampliata e poi benedetta (1652).
La preziosa raccolta di 14 dipinti, opera di un anonimo pittore di scuola veneta che la realizzò fra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, giaceva nascosta e dimenticata nell’archivio parrocchiale.
“Il pittore popolare, aiutato certamente dai suoi allievi, aveva dipinto volti molto umani dove spiccavano la figura di Gesù, della Madonna, del cireneo, della Veronica e quelli del popolo – ci dice il prevosto don Arturo Viani, con negli occhi la meraviglia propria del profondo conoscitore d’anime -. Impressionano soprattutto le terribili espressioni sul viso degli aguzzini e di coloro che accompagnano Gesù verso il Calvario”.
Storia e sentimenti dipinti con colori che risultano tuttora straordinariamente vivi, dal rosso al blu, passando per il verde pallido e l’azzurro.
E’ stata sufficiente una ripulita dalla polvere per ridonare ai dipinti la loro lucentezza.
 
Vangelo e tradizione
“La massima espressione del dolore e della cattiveria dei persecutori è ancora più evidente nella grande serenità che traspare dal volto di Gesù, Maria e della Maddalena – aggiunge don Arturo -. Ogni quadro, insomma, ci racconta una parte della storia con grande vivezza, che da una parte ci riporta ai racconti del Vangelo, dall’altra alla tradizione”.
Ma che fine aveva fatto, questa Via Crucis? Com’è che era scomparsa?
 
“E’ successo che sulle pareti della chiesa, agli inizi del secolo scorso e con ogni probabilità in onore alla nuova era industriale e delle fonderie che tanta fortuna ha avuto in tutta la valle Sabbia – è sempre il prete che racconta -, al posto dei dipinti erano stati piazzati pesanti quadri in ghisa costruiti in serie con una pressa”.
Nessuno ha più detto o saputo nulla sulla fine dei quadri originari.
Si sapeva solo che c’erano stati e che ora non c’erano più.
 
Ritrovamento e ripristino
Fino a quando il prevosto don Arturo Viani ed il curato, rovistando negli angusti quanto vasti spazi dell’archivio, non se li sono trovati davanti.
Subito hanno informato del prezioso ritrovamento il Consiglio pastorale che ha deciso di riportarli al loro posto, nella chiesa parrocchiale, dove erano rimasti fino a poco più di cento anni fa.
“Non c’è dubbio che costituiscano una ricchezza per la devozione e la preghiera popolare, oltre che un valore evidente per l’arte popolare e religiosa – dice don Arturo con quel suo solito occhio -. Vi pare che potessimo lasciarli nel buio di un archivio”.
Stanze nelle quali, assicura don Viani, ci sono da recuperare tante altre cose preziose.
 
Al momento giusto
Soprattutto in tempo di risoluzione della quaresima, con la liturgia che si fa attenta come non mai alla passione del Cristo, quei quadri appesi alle colonne di San Giorgio fanno bella mostra di sé e suscitano lo stupore, la curiosità degli orgogliosi parrocchiani bagossi.
A tutte le famiglie è stato anche consegnato un piccolo opuscolo tascabile con il testo della Via Crucis arricchito proprio delle immagini ritrovate.
Oltre ai 14 quadri 90x60, per l’occasione sono stati recuperati anche un Gesù Risorto dal calice dell’Eucarestia che risale al XV secolo ed una copia dello stesso risalente al Settecento.
 
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