L'Asl dà i numeri
di val.

Nei dati presentati alla stampa nei giorni scorsi, l'impegno di un anno e le prospettive future della presenza Asl fra Garda e Valle Sabbia.

 
L’Asl ha dato i numeri nei giorni scorsi a Nozza di Vestone: misure dell’impegno profuso nei Distretti di Garda e di Valle Sabbia nel 2009, cifre che indicano con chiarezza anche come l’Azienda sanitaria intende progredire nel prossimo futuro.
E la scelta di renderli noti dal presidio di Nozza, cioè nella “profonda” Valle Sabbia, non è stata casuale.
“Frutto piuttosto della volonta da parte dei dirigenti Asl di dedicare agli utenti della montagna le stesse attenzioni di cui sono meritevoli quelli che vivono a ridosso del Benaco o dell’entroterra che si protende verso la città” hanno precisato i responsabili.
 
Stiamo parlando delle attività della DGD6, acronimo che sta per “Direzione Gestionale 6 Salò/Gavardo”.
Una struttura dirigenziale che accorpa i Distretti socio-sanitari 11 e 12, alla quale si rapportano anche il Distretto veterinario numero 2 di Lonato diretto dal dottor Giuseppe Pozzi e l’unità salodiana del Sert di Brescia: 49 Comuni nei quali operano 134 addetti, ai quali vanno aggiunti 14 operatori del Sert e altri 50 del settore veterinario.
 
“Lo scorso anno è stato contrassegnato da un deciso miglioramento della capacità di dare risposta ai bisogni dei cittadini, sia sul Garda che in Valle Sabbia” ha affermato il direttore generale dell’Asl bresciana Carmelo Scarcella, presente alla riunione insieme alla direttrice di Distretto Fiorella Cadoria e con i presidenti delle Assemblee dei sindaci: Felice Anelli per quella gardesana, Ivan Felter per la valsabbina.
Scarcella ha indicato i punti di forza di questa evoluzione e di questo potenziamento, in parte ancora da completare: “Medicina del Lavoro, alcoldipendenze, ma anche tutela degli interessi economici con la pratica dei controlli e della prevenzione sulle attività ricettive. E servizi il più possibile adeguati ai bisogni, anche facendo ricorso alla fitta rete delle cooperative sociali che sono state in grado di garantire standard di qualità sovrapponibili a quelli erogati direttamente dall’Asl”.
 
Ma andiamo con ordine.
Nella selva dei numeri, fra i più indicativi di maggior impegno troviamo quelli che riguardano i controlli sanitari sulle strutture e sugli alimenti, che in 376 casi hanno interessato scuole, alberghi, studi medici, impianti sportivi ecc. comminando sanzioni per 67 mila euro.
Sono stati effettuati 362 sopralluoghi in 273 piscine classificate “turistico-ricettive”, quattro delle quali sono state chiuse e molte altre hanno avuto bisogno di essere risistemate.
 
Le ispezioni che hanno interessato le attività alimentari sono state 1487 ed hanno provocato 481 contravvenzioni per un totale di circa 230 mila euro.
Per non parlare dei casi che hanno conquistato le pagine dei giornali, come l’epidemia di gastroenterite nel comune di San Felice che ha interessato il 13% dei 3 mila controlli sulla potabilità dell’acqua (escludendo il Comune gardesano 60 sono risultati essere non conformi richedendo provvedimenti immediati da parte dei gestori), e i casi più eclatanti di legionellosi in alcune strutture ricettive del Garda.
 
Ma ci sono stati anche i controlli operati dal Dipartimento di Prevenzione e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro (Psal), che in virtù della eccezionale concentrazione di aziende in Valle Sabbia ha trovato la sua sede definitiva proprio a Nozza: solo nel settore dell’edilizia, noto per l’elevato indice di infortuni gravi, i sopralluoghi sono stati 171, con un incremento dell’87%.
Per l’immediato futuro l’intenzione è quella di trasferire le risorse nel campo delle tossicodipendenze verso la Valle Sabbia, orientandole ad ambiti più specialistici: quello dell’alcooldipendenza, ad esempio, e distinguendo anche negli interventi sul territorio le dipendenze da eroina da quelle da cocaina, che individuano fasce sociali estremamente diverse.
 
Un capitolo a parte ha richiesto l’analisi dei dati sull’attività del servizio veterinario, di particolare complessità, tanto che ha richiesto di dislocare il personale nei quattro presidi zonali di Montichiari, Salò, Gavardo e Vestone: attività di profilassi, indagini epidemiologiche, programmi educativi, vigilanza e diagnostica, che hanno comportato un numero considerevole di prestazioni quantificabili in più di 78 mila fra prelievi, inoculazioni diagnostiche e campionamenti, solo per le attività “istituzionali”.
 
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