Festeggiati i 50 anni di attività
Negli ultimi mesi, i 50 anni del Museo Archeologico della Valsabbia di Gavardo sono stati festeggiati all’insegna dell’internazionalità.

Negli ultimi mesi, i 50 anni del Museo Archeologico della Valsabbia di Gavardo sono stati festeggiati all’insegna dell’internazionalità. Grazie a convegni con esperti stranieri e a scambi universitari con gli atenei di Friburgo, Birmingham, Neuchatel e Trento.

Del resto, l’istituzione museale è da tempo componente dell’associazione internazionale «Archeologie et gobelets», e recentemente ha organizzato a Villanuova un convegno, sempre internazionale, sul «vaso campaniforme». E contemporaneamente una mostra sullo stesso tema a Gavardo.

«In quell’occasione, nel maggio dello scorso anno - ricorda Marco Baioni, direttore della realtà gavardese nata nel 1956 - abbiamo ricevuto da tutta Europa visite di studiosi ed esperti dell’età del Rame (II e III millennio a.C.), di cui il vaso campaniforme è una rappresentazione tipica. E abbiamo così scoperto che i partecipanti non erano mai stati a Gavardo; ma che tutti conoscevano il monte Covolo di Villanuova; un sito archeologico di importanza mondiale».

L’«internazionalità» del museo gavardese viene ribadita anche da Christian Sthram, uno dei maggiori studiosi europei dell’età del Rame e del Bronzo antico, dell’università tedesca di Friburgo, il quale recentemente ha portato propri studenti e colleghi in visita al museo gavardese e nelle aree archeologiche di monte Covolo e Lucone di Polpenazze.

«Non hanno visitato la Corna Nibbia di Bione perchè non c’è stato il tempo, ma - continua Baioni - se ne sono andati con l’idea, da confermare con convenzione tra Gavardo e Friburgo, di dare vita a una collaborazione inviando studenti tedeschi sui nostri scavi. Comunque torneranno per visitare il riparo sotto roccia bionese».

Intanto, anche il docente universitario Matthieu Honegger del «Laténium», un museo archeologico di Hauterive Neuchatel, in Svizzera, è interessato alla Corna Nibbia: «Sono già venuti in visita col proposito di mandare loro studenti ai nostri scavi; e noi abbiamo accettato la collaborazione».

E l’Università di Trento? La Valsabbia ha già visto all’opera insegnanti con cattedre in Preistoria, collaboratori e dottorandi.

Ma il legame internazionale più antico, la raccolta gavardese ce l’ha con l’Università inglese di Birmingham, e con Lawrence H. Barfield: «Arrivò a Gavardo per la prima volta nel 1972, e adesso, pur essendo in pensione, torna regolarmente a fare visita alla Valsabbia; ai musei e ai siti archeologici del territorio».

Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi

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