Marcia per l'accoglienza
di val.

"Sopra la panca... dell'accoglienza" č il nome di un nuovo comitato che per questa domenica a Gavardo dŕ appuntamento a tutti per una marcia antirazzista.

 
Sopra la panca il capro (espiatorio)... canta. E lo farà partecipando ad una “Marcia per l’accoglienza” che prenderà il via domenica prossima 14 marzo dal parcheggio di fronte al Bennet di Gavardo per concludersi con una manifestazione informativa.
“Italiani e immigrati uniti dalla stessa battaglia di civiltà” è uno degli slogan scelti dal Comitato spontaneo formato da partecipanti a numerose associazioni locali, di ogni colore e cultura.
 
Sarebbe questa la punta dell’iceberg di un movimento fatto da persone che da alcune settimane stanno dialogando per trovare nuove parole d’ordine sulla strada dell’integrazione.
Quella della manifestazione in programma per domenica prossima è solo la prima uscita, a questo punto c’è da spettarsene altre.
“Diciamo no alla politica dei due pesi e delle due misure, alle leggi che limitano le libertà invece che ampliarne i confini, al razzismo, al pregiudizio, all’intolleranza – scrivono i promotori, su un volantino in distribuzione in queste ore -. Vogliamo essere visti, ascoltati e contare”.
 
E per non rimanere nel novero dell’indefinito fanno degli esempi concreti di ciò che ritengono “oggetto di perplessità” da parte loro, coinvolgendo le amministrazioni comunali di Gavardo e di Prevalle.
Per Gavardo se la prendono con un’ordinanza che individua un elenco ben preciso di case nelle quali attuare, in caso di variazioni anagrafiche, “sistematiche verifiche per l’accertamento dei requisiti igienico-sanitari e di sicurezza”, con l’eliminazione delle panchine in Piazza Zanardelli, con la chiusura dello Sportello immigrati proposto e sostenuto economicamente dalla Comunità montana “per riappropriarsi degli spazi comunali”.
 
Per quanto riguarda Prevalle, la discriminazione sarebbe nel regolamento della mensa comunale che tra i criteri per la selezione dei soggetti fruitori cita “alunni appartenenti a famiglie in cui un genitore (...) risiede nel territorio del Comune da almeno 5 anni”.
“Come se i figli degli immigrati che abitano a Prevalle avessero meno fame” aggiungono quelli del Comitato, che ha deciso di chiamarsi “Sopra la panca... dell’accoglienza” e afferma di parlare e di agire per conto di “un movimento meticcio fiero di esserlo, formato tutto da stranieri, perché siamo tutti estranei al clima di razzismo che avvelena l’Italia di oggi così come avvelena i nostri Comuni”.
Si sentono capri espiatori sui quali far convergere tutte le paure e lo sanno tutti cosa succede se ci finiscono sotto, a quella panca.
 
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