Arrestato per stalking 56enne di Agnosine
di Ubaldo Vallini

Angherie e soprusi per sette anni alla ex moglie. Lunedě scorso ha tentato persino di mandarla fuori strada in auto.

 
Altro che mimose. Per l’otto marzo, una trentanovenne valsabbina residente nella Conca d’Oro è riuscita finalmente a liberarsi da un incubo che la opprimeva da sette anni.
Sperando che il suo ex marito, dopo i giorni di carcere che sta facendo, il processo che lo attende e la pena che gli verrà comminata, decida di piantarla lì.
Tutto merito della nuova legge sullo stalking, e dell’ultima bravata dell’uomo che, tentando di buttare fuori strada la ex consorte ha concluso nel peggiore dei modi una giornata cominciata male.
 
Lunga sequenza di soprusi
Ma andiamo con ordine. Italianissimi i protagonisti.
Sette anni fa la separazione, mai accettata da lui, un operaio di 56 anni di Agnosine che da qualche tempo ha pure il cruccio della disoccupazione.
Difficile era la convivenza sotto lo stesso tetto, questa la causa dei frequenti litigi, ma anche sotto lo stesso cielo non si è dimostrata meglio.
Pesanti minacce, pedinamenti sul lavoro e fuori, danni all’auto della ex moglie...
 
Tante denunce
Non passava stagione senza che i carabinieri di Sabbio Chiese dovessero mettersi di mezzo: la donna si rivolgeva loro per chiedere protezione e quelli intervenivano.
Una decina le diffide e le denunce rimediate per violenza privata. Ad un certo punto avevano ritenuto di dovergli portar via anche le armi regolarmente denunciate, per paura che potesse usarle.
Fino a questo lunedì 8 marzo.
 
L'epilogo
La prima avvisaglia alle 9 del mattino, quando lui si presenta sotto la casa nella quale la donna da qualche tempo cerca faticosamente di rifarsi una vita col nuovo compagno, insieme alla figlia sedicenne a lei affidata: esce sul terrazzo a battere i tappeti e se lo ritrova di sotto a minacciare ed inveire.
Chiama i carabinieri, racconta il fatto, ma la denuncia non se la sente di farla questa volta, teme ripercussioni.
Poi lui se ne va. Se lo ritrova dietro nel primo pomeriggio mentre in auto percorre la Provinciale 79 in direzione di Pregastine, dopo aver lasciato il lavoro ad Agnosine.

Manovre pericolose
Lo vede arrivare e non se ne preoccupa nemmeno molto, da quanto è abituata ai suoi pedinamenti. Questa volta però lui la incalza, quasi la tampona, se il traffico lo permette la affianca, urla e mostra i pugni, con colpi di sterzo improvvisi la sospinge verso il bordo della strada, vuol fermarla. Qui la donna si spaventa e pur in quelle condizioni col cellulare riesce a chiamare i carabinieri della locale stazione, il numero della caserma lo conosce a memoria.
Quelli le dicono di non girare per Preseglie, ma di proseguire verso Sabbio. Si preparano e prima della galleria intercettano le due auto, quella dell’uomo pericolosamente a ridosso dell’altra.
 
Scattano le manette
Li fermano. Lui nega tutto, lei non ce la fa proprio piĂą: crolla in una crisi di pianto e decide per la querela.
La nuova normativa sugli atti persecutori fa il resto e scattano le manette.
Con tutti quei precedenti il magistrato decide per un processo senza direttissima. Vuol dire per qualche giorno il carcere sicuro, poi si vedrĂ .
Non è stato semplice per Lucia (chiamiamola così) vivere questi sette anni, nemmeno per la figlia nata da quel rapporto poi scoppiato, tanto che entrambe hanno avuto bisogno di sostegno psicologico.
 
Otto marzo 2010, per le due donne valsabbine è la fine di un incubo, sperando che la legge trovi il modo di accudirle anche per il futuro.
 
100309stalking.jpg