Fuori pericolo gli intossicati bagossi
di Ubaldo Vallini

A portare l'intera famiglia del dottor Begliuttti in ospedale, un gomito metallico sullo scqarico dei fumi della caldaia: girandosi ha fatto da sifone e si č riempito di condensa.

 
Scambiare per una banale influenza o un’intossicazione alimentare l’avvelenamento da monossido di carbonio. E’ possibile, anche a casa di un medico che di queste cose se ne intende.
E’ successo nella tarda serata di domenica a Bagolino ai danni di un’intera famiglia.
Quella del dottor Daris Begliutti, medico di medicina generale nel centro della Valle del Caffaro: lui, la moglie, la suocera e la piĂą giovane delle due figlie, che ancora vive in casa con loro, piĂą la cagnetta di compagnia.
Nella tarda serata di domenica, come abbiamo giàscritto, sono finiti tutti all’ospedale.
 
Causa fortuita
E’ lo stesso medico, per fortuna, a poterci raccontare la vicenda: “Incredibile che una sciocchezza del genere avrebbe potuto causare la morte di tutti noi” afferma.
La “sciocchezza” è un raccordo che curvandosi forse a causa delle vibrazioni aveva finito col “sifonare” lo scarico: col tempo si è riempito di condensa ed impediva il normale passaggio dell’aria combusta.
Per la verità il dubbio che fosse proprio la caldaia ad avere dei problemi il dottore l’aveva avuto.
Per questo aveva chiesto l’intervento del tecnico di fiducia che aveva riscontrato alcune irregolarità di “carburazione” della fiamma e le aveva risolte già il sabato.
 
I sintomi
Quella fra domenica e lunedì, infatti, era già la terza notte che la famiglia Begliutti si accingeva a trascorrere andandosene a letto presto: “I sintomi erano quelli classici della virosi intestinale che assai diffusa in questi giorni in paese – ci ha detto il dottore -, più un forte mal di testa con le meningi pulsanti e quel dolore al collo che possono ricordare la meningite.
La mattina stavamo meglio, evidentemente perché la caldaia di notte si spegneva”.
 
Arrivano i soccorsi
A chiamare il 118, verso le 23, quando i familiari erano già tutti a letto, è stato proprio Begliutti: “Ho chiesto che venissero a soccorrerci perchè quello che ci stava accadendo era davvero fuori dal normale, nonostante le ipotesi di virosi oppure che a farci star male potesse essere stato del cibo acquistato in un negozio diverso dal solito”.
Quando sono arrivati i soccorsi il dottore non era piĂą nemmeno in grado di aprire la porta o le finestre.
Così sono intervenuti i Vigili del fuoco, quelli bagossi, da Vestone e da Salò, l’ambulanza medicalizzata da Nozza e quelle dei volontari di Bagolino e Ponte Caffaro.
 
Tutti a Brescia... e ritorno
“Sono stati degli angeli, tutti quanti. La dottoressa Salvatore ha escluso subito la meningite che mai può colpire contemporaneamente un’intera famiglia ed ha individuato al volo il problema”.
A bordo delle autolettighe i Begliutti hanno così potuto raggiungere la clinica Città di Brescia dotata di camera iperbarica, nella quale sono dovuti entrare il dottore e la suocera, mentre la moglie e la figlia 25enne non ne hanno avuto bisogno.
 
Fra gli intossicati anche la cagnetta Brit di razza scitzu che, non potendo per legge salire coi padroni sull’autolettiga è stata trasportata a Brescia da Carlo, uno dei volontari caffaresi dell’ambulanza che ha messo a disposizione la sua auto personale.
Ora sta bene anche lei, è rientrata ieri sera a casa col medico, sua moglie e la figlia, mentre la suocera è rimasta in ospedale per ulteriori accertamenti.
 
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