Dovrebbe essere scongiurato il rischio della siccità estiva dopo la straordinaria caduta della pioggia e della neve dell'inverno 2010 che si posiziona al secondo posto, dopo quello dello scorso anno, nella classifica dei più piovosi degli ultimi 30 anni.
È quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati dell'Istituto di Scienze dell'atmosfera e del clima (Isac), nel sottolineare che il maltempo con la caduta della pioggia e della neve servono per ripristinare le scorte idriche nel terreno che le coltivazioni potranno utilizzare per la crescita nel periodo primaverile ed invernale.
Le precipitazioni devono avvenire - sottolinea la Coldiretti - in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. La neve - continua la Coldiretti - ha invece un effetto positivo che si prolunga nel tempo poiché si scioglie più lentamente e viene assorbita dal terreno con gradualità e senza dispersioni in modo certamente più positivo. Dal punto di vista agronomico la caduta della neve - sottolinea la Coldiretti - è destinata a portare generalmente sollievo all'agricoltura, secondo l'antico proverbio contadino "sotto la neve pane": Sempre che - continua la Coldiretti - il peso del manto nevoso non determini danni alle colture o alle strutture agricole come le serre e soprattutto non si verifichino abbassamenti eccessivi e prolungati di temperatura con gelate.
Il forte abbassamento della temperatura - conclude la Coldiretti - in questa fase stagionale mette a rischio le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli ma a preoccupare sono anche gli effetti sugli alberi da frutta che stanno aprendo le gemme (mandorli, albicocchi, susini, ciliegi, peschi).