La Turchia bussa alla porta
di red.

Una delegazione del paese della mezzaluna č stata ospite nei giorni scorsi del Rotary valsabbino per intessere rapporti nel comparto dell’acciaio.

“Mamma li turchi!” esclamarono i nostri antenati quando ebbero l’occasione di conoscere i soldati dell’esercito ottomano, professi di una religione ostile parlavano una lingua che poco aveva a che fare con il dialetto e ancora oggi “parlare turco” è l’espressione che indica chi si esprime in maniera incomprensibile così come “cose turche” indica fatti e avvenimenti strani, irripetibili e incomprensibili.

Eppure la Turchia "ponte tra Oriente e Occidente", è stata per millenni crogiolo di popoli e civiltà, sfociate nell’attuale Repubblica, "candidata" a entrare nell’Unione Europea ed è proprio di questi giorni la notizia che anche la produzione di acciaio del paese ottomano ha superato quella nostrana. Non c’è da stupirsi dunque se una delegazione di imprenditori turchi si è fatta viva anche in Valle Sabbia intenzionata a conoscere le aziende locali del settore metalmeccanico e se possibile anche intenzionata ad acquistare tecnologie avanzate.

Complice il Rotary club valsabbino gli ospiti hanno trovato i contatti giusti e dopo una prima visita di cortesia si delineano una serie di interessanti prospettive. La delegazione era guidata da Ibrahim Demir, rappresentante della MunicipalitĂ  di Istanbul, una cittĂ  con 15 milioni di residenti ufficiali e una presenza media di abitanti che supera i 18 milioni e fra gli industriali presenti si contava Omer Salman, titolare della Ekolojik Enerji, Bugra Akkas, Ceo di Yapisal Construction Industry, Bilal Sengyn della Energy di Istanbul.

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