Un grido d'allarme dal “Perlasca”
di red.

Gli insegnanti dell’Istituto d’istruzione superiore “Perlasca” di Idro e Vobarno con una lettera ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali denunciano le difficolt in cui versa la scuola.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto d’istruzione superiore “Giacomo Perlasca” di Idro e Vobarno ha scritto una lettera aperta ai ministri dell’Istruzione e dell’Economia, ai dirigenti scolastici nonché ai rappresentati dei vari enti locali per rendere nota la difficoltà economica in cui versa l’istituto e l’incertezza sulla progettazione scolastica per il prossimo anno scolastico.
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della lettera.

“Ancora una volta ci permettiamo di portare all'attenzione di tutti gli interlocutori sociali e istituzionali la difficile situazione economica in cui versa anche il nostro istituto scolastico, per sollecitare una presa di coscienza del grave pericolo che corre tutta la nostra realtà sociale. Le difficoltà economiche infatti si ripercuotono drasticamente sulle attività che la scuola organizza per adempiere al proprio ruolo educativo e formativo.
Siamo consapevoli che in questa situazione di crisi economica internazionale e nazionale la voce di un singolo istituto scolastico o di un singolo settore sociale, che si levi a rivendicare una maggiore attenzione, rischia di apparire stonata. Poca cosa potrebbe sembrare la carenza di fondi per garantire il normale funzionamento delle attività didattiche di fronte alla perdita di posti di lavoro, alla decurtazione di pensioni, al venir meno di servizi sociali essenziali.
Eppure noi, docenti del Perlasca, riteniamo che non sia lungimirante un paese in cui il diritto fondamentale all'istruzione rischi di non essere più percepito come tale. Purtroppo l'assenza di un coraggioso progetto politico sulla scuola e la drastica decurtazione di risorse, a cui assistiamo da molti anni e di cui quest'anno stiamo sperimentando un'ulteriore paradossale "tranche", non ci lasciano che l'amara consapevolezza di un paese che sta abdicando al compito dell'istruzione ed educazione dei giovani, diritto tuttora sancito dalla Costituzione.
La nostra scuola, dopo anni di amministrazione virtuosa delle risorse statali (sempre inferiori alle reali necessità ) e di quelle che le derivavano dall'attenzione degli enti locali e di privati, si trova oggi di fronte a questo scenario inquietante:
• azzeramento dei finanziamenti dallo Stato per il funzionamento amministrativo e didattico (spese per telefono, carta, toner, sapone) e per il personale (supplenze, ore eccedenti);
• finanziamenti riguardanti stages e terze aree ridotti a un terzo rispetto all'anno precedente;
• lo stesso dicasi per l’alternanza scuola/lavoro, fondamento e strumento indispensabile della nuova didattica, come più volte ribadito anche dal Ministro Gelmini;
• ritardo senza nessuna certezza sui tempi di erogazione dei residui attivi per spese già sostenute dalla scuola negli anni passati (oltre 291.000 euro per il nostro Istituto).

Purtroppo, mancando un criterio ragionato di ripartizione delle risorse necessarie, ci risulta che in tale situazione versi la stragrande maggioranza delle scuole, soprattutto di quelle che, come la nostra, hanno una robusta progettualità.

Le difficoltà che la nostra scuola si trova ad affrontare sono presto descritte:
• classi lasciate senza supplenza quando manca un docente;
• mancato utilizzo delle attrezzature disponibili per impossibilità di manutenzione;
• cancellazione di attività e progetti, in passato sempre attuati, di grande rilevanza per la formazione educativa degli studenti;
• scelta obbligata della tipologia delle attività di recupero (richieste dalle norme vigenti) non in funzione delle individuali necessità ma dell’effettiva disponibilità finanziaria;
• richieste di contributi economici alle famiglie;
• grave ridimensionamento delle attività pomeridiane legate al progetto “scuola aperta”;
• materiale di consumo (carta, toner, ecc.) insufficiente;
• indebitamento progressivo della scuola senza prospettive di soluzione.

Vogliamo inoltre sottolineare la mancanza di informazioni precise relative all’avvio della riforma scolastica a partire da settembre 2010. Questo da un lato non consente la necessaria formazione e l’aggiornamento dei docenti e dall’altro, nonostante il serio e documentato impegno svolto dal nostro Collegio e dalle sue articolazioni, ha ricadute negative sulle progettazioni organizzative della scuola e dei servizi ad essa connessi.
Come nelle allarmate cronache giornalistiche, che denunciano la mancanza di benzina o di pezzi di ricambio per le autovetture della polizia o dei vigili del fuoco, noi stiamo denunciando la mancanza della benzina e dei pezzi di ricambio per far funzionare la “macchina della scuola”. Con quali nefaste conseguenze per il nostro paese lo lasciamo immaginare a chi ha a cuore l’educazione e la formazione delle giovani generazioni.
Noi, ancora una volta, non ci sentiamo di tacere di fronte ad una situazione che ha ricadute indubbiamente negative sui diritti delle persone e sulla vera crescita della società".

Il Collegio Docenti dell’I.I.S. G. Perlasca

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