Angio Zane è andato avanti
Partigiano sulle montagne valsabbine, poi regista, sceneggiatore, scrittore e poeta. Angio Zane è morto ieri all’età di 84 anni.

 

Conosciuto dai cinefili anche con lo pseudonimo «Auro D’Enza», figlio del senatore Francesco Zane, Angio era nato il 17 agosto 1925 e viveva a Salò, in via del Panorama, nella sua casa affiancata dagli ex teatri di posa Ondastudios, che per molti anni sono stati una piccola Cinecittà e che il regista aveva trasformato nel «Museo archivio audiovisivo gardesano», dove sono allineate attrezzature ed apparecchi cinematografici d’altri tempi, cineprese, moviole e centinaia di fotografie che raccontano una vicenda professionale straordinaria.
 
Angio Zane è stato autore di documentari, cortometraggi, film e pubblicità del Carosello, alcune rimaste nella memoria collettiva di una generazione, come quello della stella Negroni, quello della cedrata Tassoni con Mina e tanti altri con protagonisti del calibro di Johnny Dorelli e Raimondo Vianello.
Dopo un inizio come cineamatore, Zane si dedicò alla produzione documentaristica, realizzando oltre cento cortometraggi, tra i quali molti didattici ed industriali.
Ottenne numerosi riconoscimenti anche a livello internazionale.
 
«La capinera del mulino»
Esordì nella regia di lungometraggi con «La capinera del mulino» (1956) ed in seguito si distinse per film rivolti ai ragazzi, creando i personaggi Brigliadoro e Nuvola Bianca, straordinari cavalli al centro di mille avventure.
Le sue opere cinematografiche più note risalgono agli anni Sessanta: una serie di western all’italiana, antesignani del genere «spaghetti western», come «Gli avventurieri dell’Uranio» (1958), «Esploratori a cavallo» (1962), «Sul cammino dei giganti» (1962), «Okay sceriffo» (1964), «Avventure a cavallo» (1967), alcuni girati nelle valli di Toscolano a Gargnano.
 
Nella zona delle Marocche, sull’alto Garda trentino, ambientò altri «proto-western» all’italiana, anticipando Sergio Leone e Bruno Corbucci. Nella location altogardesana collocò le vicende de «Lo sceriffo della valle d’argento», pubblicità dei salami Negroni, che divenne uno degli appuntamenti più amati dell’indimenticabile stagione del Carosello.
In seguito si dedicò alla realizzazione di audiovisivi aziendali ed industriali.
 
Nel 1986 tornò alla regia di lungometraggi a soggetto con «Ribelli. Brigata Perlasca» (1986), un film documentario dedicato alle Fiamme Verdi che operarono tra Lemprato e Livemmo negli anni 1945-45.
Lo stesso Zane fu un protagonista, con il nome di battaglia Diego, della lotta partigiana. Fra i suoi ultimi lavori la serie di documentari didattici «Autoguida ’90» del 1990.
Negli ultimi anni, a dimostrazione della sua poliedricità, si è dedicato alla realizzazione di filmati con soggetto letterario: «Sirene» (1989), sui narrati poetici di D’Annunzio; «Le notti chiare» (1990) e «Goethe 2000» (1998); «Incantesimi d’amore» (1993).
 
Simone Bottura dal Giornale di Brescia
 
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I funerali avranno luogo venerdì alle 15 nel duomo di Salò, con partenza dall'abitazione in via Panorama.
La salma verrà poi cremata a Brescia
 
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