Commemorazione con polemica a Cesane
di Ubaldo Vallini

Almeno duecento i presenti in carne ed ossa, ieri a Cesane di Provaglio Valsabbia, a 62 anni dall'eccidio che costč la vita a dieci partigiani.
Commemorazione sentita, con qualche polemica.


Almeno duecento i presenti in carne ed ossa, ieri a Cesane di Provaglio Valsabbia. Molti di piĂą quelli partecipi nella memoria dei nipoti, dei figli, ed in misura sempre minore degli amici. I ricordi come segni indelebili di quanti persero la vita in quella tragedia che fu la guerra scatenata da fascismo e nazismo.

"Il 5 marzo del 1945 a Provaglio ne furono trucidati dieci, ma in quegli anni ne morirono 50 milioni - ha ricordato Gianantonio Girelli, delegato dall’Anpi di Brescia alla commemorazione ufficiale, dopo aver letto le testimonianze di Aldo Gamba e di Maria Boschi raccolte nel libro di Rolando Anni “Storia della Resistenza bresciana” –. Non perdiamo di vista quell’orrore e ricordiamoci che ha avuto origine in certa politica che non era più capace di dare risposte ai cittadini. Così arrivò quello che molti credevano l’uomo della Provvidenza che ha trascinato tutti in un baratro”.

“Stiamoci attenti – ha aggiunto -, perchè la libertà non si conserva da sé ed il rischio di nuove derive politiche è sempre presente: nel controllo dell’informazione, nelle grandi concentrazioni economiche, nella gestione dei beni comuni come l’ambiente o l’acqua, nei conflitti troppo spesso dimenticati o troppo spesso avviati per difendere interessi economici”.

Una commemorazione non senza colpi di scena e polemiche quella di ieri. Tesa fin dall’inizio, quando il responsabile Anpi per la Valle Sabbia e l’Alto Garda Ferdinando Vezzola si è detto “esterrefatto per il comportamento della Comunità montana di Valle Sabbia che di punto in bianco ha deciso di limitare a 250 euro il suo contributo alla manifestazione di Provaglio”.
“Spero di sbagliarmi – ha aggiunto -, ma tutto ciò mi fa pensare che la sensibilità della Comunità montana nei confronti di questa commemorazione sia ben poca”.

Punto nel vivo e lì presente nel duplice ruolo di sindaco di Provaglio e di presidente della Comunità montana valsabbina, con un moto di protesta Ermano Pasini si è sfilato la fascia tricolore ed ha abbandonato il palco, per tornare subito dopo sui suoi passi ed intervenire ricordando “l’impegno profuso dall’amministrazione comunale nel dedicare quel luogo alla memoria e all’impegno contro le nefandezze di tutte le dittature, di destra e di sinistra, e soprattutto contro il terrorismo che certo è peggio di ogni guerra”.
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