Gli Statuti ...di Giuliano Fusi
Č stato presentato nei giorni scorsi il volume postumo di Giuliano Fusi «Gli statuti di Bagolino del 1473. Vivere a Bagolino e sul Pian d’Oneda 500 anni fa».

 
Nel quarto anniversario della sua scomparsa la famiglia, il Comune di Bagolino e l’Ateneo di Salò hanno voluto ricordarlo con la stampa della sua ultima fatica, la traduzione dal latino e l’approfondimento degli Statuti della grosso borgo della Valle del Caffaro risalenti al 1473 nella collana «Zangladello», che da alcuni anni si propone di portare alla luce e di diffondere manoscritti inediti e materiale archivistico inerenti la storia di questa comunità.
Fusi, insegnante, sindaco di Bagolino per ben 24 anni, vice presidente della Comunità montana di Valle Sabbia è stato per lunghi anni corrispondente del Giornale di Brescia per la zona del Garda e segretario dell’Ateneo di Salò.
 
Alla presentazione sono intervenuti il sindaco di Bagolino, Gianluca Dagani, il presidente dell’Ateneo di Salò, Pino Mongiello e Alfredo Bonomi, cultore di storia valsabbina e amico personale di Giuliano Fusi.
Dagani nel suo saluto ai numerosi partecipanti ha evidenziato come la scelta di realizzare una «coedizione del volume con l’Ateneo di Salò evidenzia i molteplici interressi di Giuliano Fusi, profondamente e sinceramente attaccato alla terra natia ma anche uomo di cultura e personalità attiva in ambiti più ampi rispetto alla dimensione domestica».
 
Mongiello ha invece posto l’accento sul fatto che Fusi «ha sempre considerato gli eventi del passato come una cosa seria, degni di particolare attenzione, tanto da scrutarli regolarmente come punti di riferimento per comprendere la contemporaneità».
Bonomi ha rilevato che la traduzione in lingua italiana e la rilettura degli Statuti condotte da Fusi sono un «atto d’amore per la sua terra, che si concretizza nell’approfondimento di un cammino storico indagato attraverso il commento della legge locale».
 
«Questa opera, costata all’autore tanta fatica – ha proseguito Bonomi – è il frutto maturo delle sue ricerche condotte in molti anni e delle sue esperienze umane».
La curatrice editoriale del volume, Flaminia Colombo, ha rimarcato che l’opera è stata realizzata nel pieno rispetto della veste pensata da Fusi tanto nei commenti ragionati ai 264 statuti tanto negli indici, e ha illustrato brevemente il codice pergamenaceo contenete gli antichissimi statuti costituiti da 60 pagine e da 120 facciate manoscritte in gotico librario.
A margine del convegno, la figlia Chiaretta, in rappresentanza della famiglia, ha ingraziato gli enti che hanno reso possibile l’edizione dell’opera e ha voluto leggere alcuni toccanti scritti del padre. 
 
 
Giancarlo Marchesi dal Giornale di Brescia
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