Supermotore per la GS
di Ubaldo Vallini

L'endurona boxer, leader della categoria, rimane una 1200 ma col motore della Hp2 Sport. E tira fuori le unghie.

 
Da Castagneto Carducci
Giri la chiave, premi il pulsante rosso e il motore gira sornione come un gatto che fa le fusa. Poi dai un colpetto col gas ed ecco che cominci ad intravederne le unghie.
Diavolacci della Bmw: hanno preso il motore della HP2 Sport e l'hanno impiantato nella R 1200 GS.
E' l'unica novità di sostanza per il modello che sarà commercializzato a partire dal 10 gennaio.
E che sostanza. Doppio albero a camme in testa, quattro valvole radiali per cilindro.
Rispetto al genitore questo è più povero d'una ventina di cavalli: ne restano 110, ma si sente che sono di razza.
 
Da 105 a 110 dunque per il nuovo Gs, poca roba. Se non fosse che la poderosa coppia massima del vecchio propulsore (115 Nm) qui è già disponibile già a 4.750 giri, mentre a 6.000 si sale fino ai 120 Nm.
Un motore dal sound accattivante che è capace anche di un allungo rabbioso fino ai 7.750 giri della potenza massima, distendendosi poi senza alcun problema agli 8.500 di intervento del limitatore.
Ma la cosa ancora più interessante è come quello che ci dice il banco di prova viene poi tradotto sulla strada, con asfalto o senza, nello spirito che anima la GS Bmw che nel 2010 compirà i primi 30 anni.
 
Per la prova stampa la Bmw si è affidata all'esperienza di Beppe Gualini e degli istruttori della Gs Academy. Hanno scelto le colline metallifere che stanno fra Castagneto Carducci e Larderello: 180 km di percorso, una trentina su sterrato.
Abbiamo provato sia il modello standard sia l'Adventure, con quest'ultima che avrebbe meritato un supplemento di indagine su terra e magari con le «scarpe» un po’ più tassellate.
La moto, soprattutto la Advenure, è enorme che fa persino soggezione da ferma, ma guidarla viene subito facile, una grande sensazione di comodità che non viene meno neppure sullo sterrato.
 
Con quel motore poi: sulle curve che accarezzano le colline toscane ti trovi presto a tirare staccate e ad uscirne come e forse meglio che su una sportiva.
Ma la goduria vera con la R 1200 GS è ad andarci con le marce lunghe ed un filo di gas. Una danza in tre tempi: apri, lasci e pieghi, e poi ancora, pennellando curva dopo curva e senza quasi usare i freni.
Dopo 180 chilometri così hai solo voglia di ripartire.
 
Utilissimi e completi i dispositivi elettronici opzionali: l'Abs se temete la frenata "da panico"; il sistema antipattinamento Asc regolabile anche in una posizione intermedia, che forse è la migliore perchè non stronca l'erogazione ad ogni accelerata e allo stesso tempo controlla in modo poco invasivo slittamenti e derapate; il sofisticato sistema Esa per il controllo elettronico delle sospensioni che combina diverse modalità di carico con le regolazioni «sport», «normal» e «comfort» per l'ammortizzatore, prevedendo anche diversi livelli di regolazione nel precarico della molla.
 
Tanta la sostanza, insomma, per una moto che non soffre come le colleghe della contrazione del mercato e da anni risulta essere la più venduta (in Italia nel 2008 il 76% delle Enduro oltre 750 cc sono delle Gs).
Per una R 1200 Gs «base» ci vogliono 14.550 euro chiavi in mano, compreso il primo tagliando, 15.800 per l'Adventure arricchita di componenti adatti ad un uso più fuoristradistico.
Un prodotto esclusivo che costa parecchio: è sufficiente «darci dentro» con gli optional, elettronica, borse e altro, per avvicinarsi e a volte superare i 20 mila euro.
 
dal Giornale di Brescia
 
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