«Quei fondi vanno integrati»
di Ubaldo Vallini

I 91 milioni di euro ottenuti nei giorni scorsi a Roma non bastano per tutti e l'AssComiConf rimane sul piede di guerra.

 
Ci sono i sindaci che amministrano le municipalità a diretto contatto con vicini assai più ricchi di loro e sono quasi duecento, undici dei quali bresciani. Ci sono quelli cosiddetti “di seconda fascia” che rispetto ai confini regionali rappresentano le immediate retrovie.
Insieme fanno 440 Comuni.
I delegati di ciascuna provincia interessata si incontreranno oggi pomeriggio (venerdì) alle 15 nella sede di via S.Maria Antica della Provincia di Verona e lì si potrà avere il quadro completo ed esaustivo.
 
Quello che intendono però non è un mistero.
“Siamo felicissimi di aver ottenuto per i 114 Comuni che confinano con le Province a statuto autonomo i 91 milioni di euro che verranno erogati nei prossimi tre anni. Una decisione che mitigando in parte il disagio che questi Comuni hanno di avere a che fare tutti i giorni con i vicini di casa la cui erba è più verde per davvero – ci ha detto ieri il segretario nazionale dell’AssComiConf Nicola Adriano -. Tuttavia non è sufficiente. Riteniamo infatti necessario che lo Stato integri il fondo erogando quello che spetta anche agli altri Comuni che aderiscono ad AssComiConf: sono 77 quelli che confinano con la Svizzera e più di 250 quelli di seconda fascia. Abbiamo calcolato che siano per loro necessari altri 100 milioni di euro. Perché l’erogazione del fondo di solidarietà abbia un senso occorre dare risposta anche al loro disagio”.
 
“Il ministro Fitto ci ha già detto che se ne può parlare e stiamo verificando la possibilità di stabilire con lui un incontro entro la fine dell’anno – ha aggiunto Adriano -. Vista la disponibilità, confidiamo in un esito positivo della trattativa, ad ogni modo siamo pronti a mettere in pratica i nostri propositi fino in fondo. Se il Governo non ci verrà incontro siamo disposti a piazzarci con camper e tende davanti alla villa berlusconiana di Arcore ed è meglio che la minaccia venga presa sul serio visto che i 440 sindaci alla fine rappresentano due milioni di cittadini residenti sull'arco alpino”.
 

 

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