Casto, l'opposizione critica l'amministrazione
L’arrivo dell’addizionale Irpef allo 0,4% suscita le proteste dell’opposizione a Casto.

L’arrivo dell’addizionale Irpef allo 0,4% suscita le proteste dell’opposizione a Casto.

«È un’imposta inutile», così la definisce Giuseppe Prandini, capogruppo di «Insieme». «Premetto che finora, pur non condividendo l’indirizzo della politica di spesa della maggioranza, non avevamo mai votato contro il bilancio, pur non approvandolo. Ma stavolta - insiste Prandini - non abbiamo potuto fare a meno di bocciarlo, perché se da un lato si lima, si risparmia, si centellina, si lesina sul necessario giornaliero, dall’altro si programmano investimenti in altre costose opere a nostro parere non di stretta necessità, come l’allargamento stradale di Auro ed i vari lussi di arredo urbano previsti, opere per le quali il rapporto costi-beneficio ci appare negativo, senza considerare i successivi, ulteriori costi di mantenimento. Già da sé, la sfarzosa ed esagerata zona di illuminazione che oggi presidia via Roma e piazza Passerini e che si vuole estendere, è luminoso monumento all’eccesso ed allo spreco di energia».

Un’addizionale Irpef, a detta del sindaco, istituita per far fronte alle mancate entrate determinate dal passaggio della gestione delle acque, che prima avveniva in autonomia e dava guadagno al Comune, all’Ato:

«Piangendo lacrime di coccodrillo - ribatte Prandini - si giustifica l’istituzione dell’addizionale Irpef, una nuova tassa, col venir meno delle entrate derivanti dalla gestione dell’acquedotto in economia; ma che questo sarebbe avvenuto lo si sapeva da anni, ed un’amministrazione più lungimirante si sarebbe preparata per tempo. Invece si è giunti all’appuntamento come se nulla fosse».

La maggioranza giustifica però l’istituzione dell’addizionale Irpef con improvvisi e maggiori bisogni: «La istituiamo per poter garantire oggi sia gli equilibri di bilancio che i servizi al cittadino. Un’addizionale Irpef che andrà a copertura dei bisogni primari».

«A nostro parere - insiste Prandini - ora il Comune fa pagare ai cittadini il suo esser stato cicala, con mancanza di misura e sobrietà e con i costi degli sfarzi e dei lussi di certe opere, da quelle discutibili a quelle mai completate».

m.pas.
da Bresciaoggi
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