La Lega difende il Crocifisso
di Ubaldo Vallini

Ieri, ad Agnosine, sotto il gazebo della Lega Nord sono state raccolte firme e distribuiti crocifissi. Ma cosa dice la sentenza della Corte europea?

 
“Nessuno potrà mai privarci dei nostri simboli, della nostra storia, della nostra identità”.
Comincia così la petizione leghista sottoscritta ieri da un buon numero di cittadini ad Agnosine.
Una presa di posizione che riguarda la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che due settimane fa ha deliberato in merito alla presenza del crocifisso nella scuola pubblica ritenendolo una “violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”.
 
“Seppelliamo di firme questa assurda sentenza e facciamo sentire la voce dei popoli del Nord, uniti in un solo grido: giù le mani dai nostri crocifissi”, affermano i leghisti, in questo sostenuti anche dal Governo che su questa questione ha già presentato ricorso.
 Altre forze politiche sono più caute, nel giudicare la sentenza.
 
Ecco il “passaggio” finale della sentenza:
Il rispetto delle convinzioni di ogni genitore in materia di istruzione deve tenere conto del rispetto delle convinzioni degli altri genitori. Lo Stato è tenuto alla neutralità confessionale nel quadro dell’istruzione pubblica obbligatoria dove la presenza ai corsi è richiesta senza considerazione di religione e che deve cercare di insegnare agli allievi un pensiero critico.
 
La Corte non vede come l’esposizione nelle aule di scuole pubbliche di un simbolo che è ragionevole associare al cattolicesimo (la religione maggioritaria in Italia) potrebbe servire al pluralismo educativo che è essenziale alla preservazione d’ una società democratica come la concepisce la Convenzione, e alla preservazione del pluralismo che è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale nel diritto nazionale.
 
La Corte ritiene che l’esposizione obbligatoria di un simbolo confessionale nell’esercizio del settore pubblico relativamente a situazioni specifiche che dipendono dal controllo governativo, in particolare nelle aule, viola il diritto dei genitori di istruire i loro bambini secondo le loro convinzioni e il diritto dei bambini scolarizzati di credere o non di credere.
 
Perché i lettori possano farsi un’opinione scevra da interpretazioni più o meno strumentali di quanto è stato per davvero stabilito dalla Corte europea, alleghiamo la sentenza integrale tradotta dal francese.
E' bella lunga, ma con un po' di pazienza si possono seguire tutti i passaggi che hanno portato alla decisione finale.
 
Ubaldo Vallini
 
La sentenza
 
 
 
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