Dal ministero indicazioni precise per la gestione
Il deflusso minimo vitale č prioritario per il lago d’Idro; l’alveo del Chiese va ripulito perché possa «funzionare» senza rischi; e infine l’Enel deve risparmiare l’acqua nei bacini idroelettrici a monte, precisa il ministero dell’Ambiente.

Il deflusso minimo vitale è una condizione prioritaria per il lago d’Idro; l’alveo del Chiese va ripulito perchà possa «funzionare» senza rischi; e infine l’Enel deve risparmiare l’acqua nei bacini idroelettrici a monte. Con una nuova precisazione scritta, il ministero dell’Ambiente (guidato da Alfonso Pecoraro Scanio) torna a dettare le condizioni per la gestione dell’Eridio rivolgendosi a tutti gli enti interessati.

Un «seguito» arrivato dopo la riunione tenutasi lo scorso 28 febbraio a Roma, e puntualmente (come promesso) disertata dalla Regione (la quale ritiene di essere la sola titolare del problema): il ministero ha inviato proprio a Regione, province di Brescia e Trento, Prefettura, Registro italiano dighe, Commissario regolatore e Comunità montana una comunicazione dai toni perentori, firmata dal direttore generale del dicastero, Gianfranco Mascazzini.

Nella nota ministeriale si legge che: «...il rilascio del deflusso minimo vitale costituisce una condizione prioritaria e pertanto, gli emungimenti a scopo produttivo potranno avere luogo solo dopo che tale portata sarà garantita per tutto il fiume Chiese, e specialmente nel tratto compreso tra le traverse di Idro e la centrale di Vobarno».

L’indicazione è chiara, e per questo il ministero sollecita anche a una maggior pulizia del tratto in cui il lago diventa fiume proseguendo fino alle paratoie, perchè in questo zona si è ammassato materiale che impedisce il defluire naturale dell’acqua.

Le preoccupazioni per lo «strano» svuotamento dei bacini idroelettrici a monte del lago, sottolineate dalla Comunità montana in occasione della riunione a Roma? Il direttore generale Mascazzini invita espressamente l’Enel a intraprendere immediatamente una politica di risparmio idrico che limiti i rilasci, perchè nei due bacini a monte dell’Eridio si possano accumulare consistenti volumi d’acqua.

Il ministero ricorda anche agli utilizzatori idroelettrici che in caso nel lago non ci sia la giusta quantità d’acqua, i primi a essere penalizzati saranno loro.

Insomma, da Roma continuano ad arrivare segnali positivi verso una soluzione del problema. L’onorevole dei Verdi Camillo Piazza, segretario della commissione Ambiente, aveva chiesto di seguire la situazione e di segnalare ogni dettaglio; e così è stato: con un occhio ai bacini a monte, uno al Chiese, uno alla galleria di svaso e uno ai lavori sul canale dell’Enel i cittadini hanno da fare. Ma non si fanno scappare nulla.

Ora l’attenzione è concentrata sulla conferenza di servizi che si terrà il prossimo 16 marzo a Idro, durante la quale si parlerà dello «stramazzo»: una parola a molti ignota, ma che a Idro significa molto. Qui tutti infatti sanno che si tratta del possibile sbarramento del canale dell’Enel, che consentirebbe di utilizzare per l’energia elettrica solo l’acqua in eccesso, sopra una certa quota.

La conferenza vedrĂ  come protagonisti Comune, ministero, Regione, province di Brescia e Trento, ComunitĂ  montana, comuni, AutoritĂ  di bacino, Arpa, Ster, Soprintendenza, Enel e altri soggetti.

Mila Rovatti
Da Bresciaoggi
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