Quando il pc diventa una droga
Troppe ore davanti al computer possono causare problemi di salute e in particolare Internet e i videogiochi possono provocare dipendenza

 
Quando si parla di rapporto con il computer, c’è una regola che va tenuta un gradino sopra tutte le altre: non esagerare. Come si dice per i medicinali, ogni eccesso, mouse e tastiera alla mano, può provocare effetti indesiderati. Alcuni, anche molto seri. Ne parliamo con la dottoressa Francesca Saccà, psicologa a Roma.
 
Si può parlare di un fenomeno di dipendenza psicologica causata da un eccessivo uso del computer?
Più corretto parlare di dipendenza da Internet, che in letteratura scientifica viene considerata analoga a fenomeni come lo shopping compulsivo o il gioco d’azzardo patologico. Ma oggi, si sa, computer e Internet sono diventati una sola cosa: social network, instant messaging, posta elettronica e tutto il resto, se usati in modo intensivo, possono creare problemi seri.
 
Quali sono i sintomi di questa dipendenza?
Lo stile di vita di una persona cambia profondamente: il mondo virtuale diventa l’unico centro di interesse, ogni cosa collegata al mondo reale perde di significato. La propria salute passa in secondo piano: niente più attività fisica, poco sonno e in orari sbagliati, sensazione di malessere psicologico quando si è lontani dal computer…
 
Risultato?
Si trascurano la famiglia e gli amici, il lavoro e i doveri personali. Ci si chiude in se stessi, convinti che in quel microcosmo fatto di solo computer e web ci sia tutto quello che ci serve. A scuola, come al lavoro, le conseguenze sono pessime. Dal punto di vista del portafogli, poi, si rischia grosso: pensiamo a chi usa il pc per partecipare ad aste on line o giocare d’azzardo, per esempio…
 
E la salute?
La dipendenza da Internet provoca numerosi problemi fisici che possono insorgere stando a lungo seduti davanti al computer: disturbi del sonno, irregolarità dei pasti, scarsa cura del corpo, mal di schiena, stanchezza degli occhi, mal di testa, sindrome del tunnel carpale…
 
Si può quantificare un periodo al computer tale da far rischiare la dipendenza?
E’ difficile, perché le conseguenze variano di persona in persona. Ma ragioniamo sulle 50 ore alla settimana, senza considerare il lavoro e la scuola, naturalmente…
 
Come si risolve una dipendenza come questa?
È molto importante che la persona che soffre di dipendenza da Internet venga seguita da uno psicologo- psicoterapeuta, l’unico che può aiutarla a capire l’origine del disturbo e farle apprendere tecniche di “disintossicazione” dalla Rete.
 
Quali sono queste tecniche?
Ce ne sono diverse. Per esempio, gestire il tempo che di solito si usa per restare on line, con un hobby o altra cosa diversa dal pc. L’impegno in una attività piacevole impedirà di sentire la mancanza di Internet e il desiderio di collegarsi. Oppure fare una classifica dell’importanza delle cose a cui si rinuncia, pur di usare il pc: questo esercizio aiuta il soggetto a prendere consapevolezza delle scelte e delle rinunce conseguenti alla propria dipendenza.
 
O ancora fissare nuovi punti fermi cui collegare l’interruzione dell’uso del computer: all’ora x devo andare a dormire? Spengerò il pc 10 minuti prima.
Infine, riflettere sulle proprie abitudini d’uso di Internet e cercare di fare l’opposto. Per esempio, se ci si collega la sera, provare a farlo il giorno; se si utilizza il computer nello studio, spostarlo nella camera. Tutto questo contribuisce a distruggere le abitudini e accompagna il soggetto verso il cambiamento.
 
E se tutto questo non dovesse risultare efficace?
Nei casi di dipendenza più grave, può essere utile entrare a far parte di un gruppo di auto-aiuto o intraprendere una terapia di gruppo, per condividere le proprie esperienze con altri e trovare una rete di sostegno psicologico.
Una volta identificati i problemi che hanno favorito lo sviluppo della dipendenza, è importante impegnarsi nel risolverli.
Se, per esempio, il problema è la mancanza di un lavoro, si può pensare alle diverse strategie per trovarne uno e metterle poi in pratica.
Questo porta ad impegnare il proprio tempo, in modo da non sentire la mancanza della Rete, e genera gratificazione.
 
Valentino Maimone da Staibene.it
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