Piero Ostellino e il crollo dell'Urss
di red.

L’editorialista del Corriere della Sera interverrà venerdì a Gavardo per la seconda serata dedicata alla caduta del muro di Berlino

“The Wall: l’irresistibile (ma imprevedibile) crollo dell’Urssâ€. È questo il titolo della seconda serata dedicata all’evento che vent’anni fa ha cambiato il corso della storia per questo venerdì alle 20.30 nella sala Bruni Conter del Museo Civico Archeologico di Gavardo, ultimo appuntamento della rassegna Ottobre Gavardese, organizzato dalla Pro loco del Chiese in collaborazione con il Comune di Gavardo.

La serata inizialmente prevista per venerdì scorso è stata rimandata qu questo per l’indisposizione di Piero Ostellino, principale relatore dell’incontro, già direttore del Corriere della Sera, corrispondente per i paesi dell’Est ed ora editorialista per lo stesso giornale, che per l’occasione sarà sollecitato dallo storico Roberto Chiarini. Si parlerà di quei concitati giorni che hanno portato al crollo del muro e posto le basi per l’unificazione della Germania.

«L’obiettivo di questa nuova proposta culturale – spiega il Sindaco di Gavardo Emanuele Vezzola – è quello di promuovere il dibattito e la riflessione su temi e momenti importanti che hanno caratterizzato il nostro passato, individuando un percorso storico che possa porre le basi per ulteriori approfondimenti e per nuove occasioni di confronto».

Lo si diceva già al tempo. Quando un giorno tutta questa storia sarà finita, si farà fatica a credere che sia davvero accaduta: una città divisa in due da un muro, come in un'antica leggenda orientale... Sono passati vent'anni da quella notte di novembre del 1989 quando il Muro di Berlino - triste e barbara icona della Guerra fredda che per quasi mezzo secolo aveva tenuto divisi la Germania e il mondo intero in due blocchi ostili e contrapposti - venne preso a simboliche picconate dai berlinesi in festa.

E a soli due decenni di distanza, riesce già difficile immaginare come sia stato possibile, nel cuore della civile Europa, pensare, realizzare, gestire e giustificare una simile assurda costruzione. Ma altrettanto assurde sono le storie, i destini dei tanti uomini e delle tante donne che, da un lato e dall'altro, si trovarono costretti a vivere all'ombra del muro più famoso e temuto del mondo, 160 chilometri di cemento armato che si inoltravano nel cuore urbano, tagliando in due tutto quanto si trovasse sul loro corso: strade, fiumi, boschi, case, cimiteri, famiglie, amicizie, affetti...

E vite umane. Ecco perché il "Muro" non può essere ricordato né efficacemente spiegato senza raccontare almeno alcune delle numerose vicende individuali: storie paradossali, spesso avventurose e ancor più spesso drammatiche, di uomini e donne che non solo si adeguarono a vivere nella città divisa, ma che il Muro seppero anche coraggiosamente denunciarlo e sfidarlo.

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