Metti un Sergio Isonni ispirato, che si staglia su un palcoscenico spoglio, e con la sua voce rotonda e profonda impasta italiano e dialetto, mescola malinconie senili e ricordi di gioventù, miscela impennate patriottiche e bilanci crepuscolari. Ne risulterà un ritratto umano e toccante di don Pietro Boifava (1794-1879), sacerdote serlese ed eroe delle Dieci Giornate, a cui il paese natale ha dedicato una giornata di studio e spettacolo nel 130° anniversario della morte, e 160° dell’epopea risorgimentale bresciana.
Il pomeriggio di studi - promosso da Amministrazione comunale, Pro Loco e Fondazione Civiltà bresciana - è stato coordinato da Alfredo Bonomi ed è vissuto sui contributi, le suggestioni, i suggerimenti di Massimo Tedeschi, Oliviero Nicolini e Costantino Cipolla.
Ma don Boifava - a cui i serlesi meditano di dedicare un museo nella casa natale - è personaggio sanguigno e popolare, a cui le dissertazioni accademiche vanno strette. Perciò, nella giornata a lui dedicata, rinverdendo una inclinazione teatrale del personaggio (già protagonista del popolare «Aria de primaèra»), è stata messa in scena una nuova pièce. Voce narrante e autore del testo - che cucisce brani storici, rime del Canossi e di Tito Speri, intuizioni originali - è Vittorio Nichilo mentre le pause musicali, azzeccate, sono state scelte e interpretate dalla Corte degli Artisti (Alfredo Scalari al pianoforte e Daniela Gozzi al flauto). Mattatore sulla scena è stato Isonni, interprete perfetto di un don Boifava che, al crepuscolo della vita, ripensa e ripercorre le proprie gesta, le imprese e i contrasti, gli ideali e le disillusioni di una vicenda inimitabile: un prete e un combattente che, nelle tempeste della vita, non ha mai abdicato al proprio credo, alla propria umanità.
Da Bresciaoggi
In foto l'attore Sergio Isonni