Le «tassazioni storiche» sul prezzo alla pompa
di Giancarlo Marchesi

Prima che la crisi di governo bloccasse l’attivit dell’esecutivo, il ministro Bersani aveva annunciato di voler varare misure per ridurre il prezzo della benzina.

/Prima che la crisi di governo bloccasse l’attività dell’esecutivo, il ministro Bersani aveva annunciato di voler varare misure per modernizzare e migliorare la rete di distribuzione dei carburanti, al fine di ridurre il prezzo della benzina.

I provvedimenti proposti dal ministro Bersani sono certamente positivi, ma ciò non toglie che anche il governo può fare molto per frenare l’aumento dei prezzi dei carburanti alla pompa.

L’esecutivo potrebbe dare il buon esempio a petrolieri e benzinai eliminando, ad esempio, le “tassazioni storiche” che pesano sulla benzina.

Basti pensare che il prezzo alla pompa è gravato dalla tassa imposta da Mussolini per finanziare la guerra d’Abissinia del 1935. Ma non solo: a distanza di oltre quarant’anni, gli automobilisti stanno ancora pagando l’addizionale introdotta dal governo Moro III per affrontare le spese legate alla tragica alluvione che colpì Firenze nell’autunno del 1966.

Ecco, in dettaglio, le 12 addizionali che incidono sul prezzo della benzina:

• 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
• 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
• 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
• 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
• 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
• 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
• 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
• 205 lire per la missione in Libano del 1983;
• 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
• 2,15 centesimi di euro nel 2001 per il ripristino delle 50 lire tolte dal Governo precedente che servivano a calmierare il prezzo del carburante
• 1,6 centesimi di euro nel 2004 per il contratto degli autoferrotranviari;
• 0,5 centesimi di euro nel 2005 per acquisto autobus ecologici

per un totale di 0,27 euro al litro di “tassazioni storiche”.

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