Un 2006 ricco di soddisfazioni
Dalla montagna al piano. È la nostrana «via del ferro» che dalla Valle Sabbia scende alla città.

Dalla montagna al piano. È la nostrana «via del ferro» che dalla Valle Sabbia scende alla città. La prima a venirci incontro è la Feralpi di Lonato.

La leader italiana nel tondo per cemento armato con una quota pari al 22% rispetto ai 5 milioni di tonnellate del mercato nazionale (quota ancora più elevata se si comprende anche la produzione della controllata tedesca) considera il 2006 un anno eccezionale.

Il suo amministratore delegato, Giuseppe Pasini, è più che soddisfatto, anche in quanto presidente di Federacciai, l’associazione dei siderurgici italiani. Le performances della Feralpi sono di tutto rispetto: basti pensare che nel 2006 la Feralpi Holding ha superato il miliardo di fatturato consolidato rispetto agli 807 milioni del 2005.

I conti non sono ancora definitivi, ma le prime stime confermano il superamento, consolidando le controllate tedesche e romene, della soglia di 1 miliardo di euro (Feralpi è il gruppo più delocalizzato della siderurgia bresciana e tra i più internazionalizzati dell’acciaio italiano).

Stessa musica nella seconda grande azienda siderurgica che troviamo lungo il cammino.
E’ l’Alfa Acciai di Stabiumi-Lonati-Piccioli, grande azienda specializzata in tondo-vergella-rete e derivati la cui holding, Siderurgica Investimenti, nel 2006 dovrebbe aver raggiunto 1,2 miliardi di fatturato consolidato rispetto ai 922 milioni del 2005 e a 1 miliardo del 2004 (il condizionale è d’obbligo trattandosi di stime ancora approssimative benchè attendibili) un quarto del quale proveniente dal commercio di rottame effettuato tramite la controllata tedesca (non solo rottame ferroso ma pure non ferroso).

Se proseguiamo lungo l’asse a Nord Ovest troviamo la Duferdofin di San Zeno Naviglio, una delle più importanti controllate della multinazionale Duferco e leader italiana nelle travi. È Antonio Gozzi a dichiarare, con la tradizionale e cordiale trasparenza, le cifre degli ultimi esercizi. «Le travi sono andate meglio del tondo: mentre quest’ultimo si è ripreso negli ultimi mesi del 2006, le travi hanno avuto un andamento positivo per tutto il corso dell’anno». Una palmare conferma viene dagli ultimi risultati della Duferdofin (l’esercizio chiude al 30 settembre) i cui ricavi sono passati dai 230 milioni di euro del 2005 ai 290 milioni del 2006, con un utile netto mai visto fino ad oggi: 10 milioni di euro dopo tasse, oneri e ammortamenti.
Da San Zeno a Ospitaletto, dove operano due importanti realtà siderurgiche bresciane. La Stefana Spa, seconda produttrice italiana di travi, e la Aso Spa specializzata in acciai speciali alto legati.

La Stefana sotto la guida di Giampietro Ghidini e dei figli ha chiuso un 2006 con oltre 300 milioni rispetto ai 256 del 2005 e 295 milioni del 2004, mentre dal 2007 attende una ulteriore crescita grazie alla entrata in funzione del nuovissimo laminatoio di tondo, un investimento costato oltre 60 milioni di euro in grado di laminare fino a 500mila tonnellate annue di prodotto.

La Aso dal canto suo ha fatto ancor meglio. Non solo ha continuato a investire in qualità (ultimo in ordine di tempo il Var - Vacuum arc remalting, impianto di rifusione sotto vuoto) che ha richiesto 5 milioni, ma ha proseguito il suo iter di crescita passando dai 110 milioni di euro del 2005 ai 135 milioni del 2006. Insomma, siamo ancora nell’età del ferro.

a. ch.
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