Don Gnocchi beato
di Cesare Fumana

Vi saranno anche le penne nere della Valle Sabbia domenica in piazza Duomo a Milano per la beatificazione di don Carlo Gnocchi

Questa domenica mattina a Milano si terrà la cerimonia di beatificazione di don Carlo Gnocchi. La cerimonia sarà presieduta dal cardinale Dionigi Tettamanzi.
La beatificazione di don Gnocchi è un atto atteso da tempo dagli alpini che in lui hanno da sempre visto la figura di un santo. Ora la sua santità sarà ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa.

Il legame con gli alpini risale al momento della Seconda guerra mondiale quando il sacerdote si arruola come cappellano volontario al seguito del battaglione alpini Val Tagliamento della Divisione Julia, per il fronte greco-albanese. Poi, nel 1942 don Carlo, riparte per il fronte, questa volta in Russia, con gli alpini della Tridentina. Nel gennaio del 1943 inizia la drammatica ritirata del contingente italiano: don Carlo, caduto stremato ai margini della pista dove passava la fiumana dei soldati, viene miracolosamente raccolto su una slitta e salvato.

È proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l'idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento nel dopoguerra.
Nel 1949 nasce la Federazione Pro Infanzia Mutilata (per questo è passato alla storia anche con l'appellativo di "Padre dei mutilatini") e nel 1952 la Fondazione Pro Juventute.

L'ultimo suo gesto profetico fu la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti, quando in Italia il trapianto di organi non era ancora disciplinato da apposite leggi; questo gesto diede un'accelerazione al dibattito sui trapianti e dopo poche settimana fu varata una legge ad hoc.

Da allora la Fondazione don Gnocchi, presieduta ora da mons. Angelo Bazzari, porta avanti la sua missione di cura e assistenza agli invalidi e ai portatori di handicap in 28 centro sparsi in tutta Italia.

A fare da corona alla solenne cerimonia vi saranno tanti alpini, una rappresentanza anche della "Monte Suello", ancora qualche reduce che l’ha conosciuto in guerra, oltre che ai bambini di allora, ora anziani anche loro, che in don Gnocchi hanno sempre visto una persona particolarmente attenta all’uomo in tutte i suoi bisogni.

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